Ecco un altro disco epocale che (forse) se lo ricorda giusto chi lo ha realizzato: solo il DeBasio può orgoglionamente permettersi il lusso di ispezionarlo in ogni anfratto e defenestrarlo in CasaPagina.

Ora: non è che vi stia chiedendo di darmi retta.
Si sa che è meglio evitare di assecondare gli idioti.

Quello che semmai vi proporrei sarebbe di valutare la vostra reazione all'ascolto di questa specie di follia sotto forma di microsolchi, incisa da qvesti due alluvionati Californiani giusto qualche milione di anni fa:
retrodatando le lancette dell'orologio a cucù di 25 anni (attenzione anche alle 8 ore del fuso orario) avrete più o meno chiara la situazione geo-stazionaria che ha dato origine all'esordio sulla lunga distanza dei mistificatori Babyland.

Avete presente baluardi industrialoidi come Ministry, Skinny Puppy e Front Line Assembly che in quegli anni ergevano prepotentemente i propri arpioni dall'underground più fosco?

Bene: non c'entrano nulla.
O quasi.

O meglio centrano (c'entrano?). Ma solo lateralmente.
Ah, ecco.
Quindi non c'entrano, anche centrandoci.

Quali esemplificativo esempio estrapolerei dal lotto una traccia non a caso: "Under", pezzo #12 del disco. E' stato il primo frammento che ascoltai: quel macello ritmico-tattico mi lasciò invero basito.

Quest'abuso smodato e snodato di aggeggiacci elettronici vari, perpretrati alla stregua di armi contundenti, manipolati da secernere i più impensabili blips, boings e boum in mezzo a urla beudine e ritmi che vanno dal danzereccio (molto)spinto alla più pura e incompromissoria cacofonia: i continui ed estenuanti cambi di passo, tono e humus - spesso all'interno dello stesso brano - sono una delle loro caratteristiche peculiari.

Il disco è "faticoso" ma vanta almeno una manciata di picchi siderurgici pleonasticamente siderali: la spasmodica "Logan's Run", ispirata al film apocalittico risalente alla metà dei seventies, la folle cover di "Burning Up" di Madonna Louise Veronica Ciccone e la squilibratissima "Smrow-Toh", uscita anche in versione 12", rientrano nella succitata categoria; scorribande parossistiche infarcite all'inverosimile con velocità al limite del proibitivo protese verso il nulla assoluto: il bello è che spesso ci arrivano all'assoluto.
Ed è un nulla fantastico.

Come non si sarà inteso le 16 tracce che compongono "You Suck Crap" sarebbero ascrivibili al DeGenere techno-industriale, ma diversamente dalla moltitudine di monoliti monotematici che spesso caratterizza(va)no quel tipo di suono, questi due manigoldi hanno (avevano) una attitudine a loro modo giocosa e anarchica che li fa accedere di diritto al gotha del DeGenere Viking.
In seguito correggeranno leggermente il tiro normalizzando le proprie traiettorie; ma in questo "coso" la sensazione è che abbiano fatto davvero ciò che gli è saltato in mente senza porsi il minimo limite o problema.

Ad avercene oggi di Vikinghi così.

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