Avete consumato il vostro album dei Genesis preferito o avete imparato a memoria ogni sospiro afono di Jon Anderson? Questo album sarà per voi principianti del Progressive una rivelazione!

Viceversa, mi aspetto che anche molti ascoltatori più scafati saranno sorpresi da questo "Depois Do Fim", anche perchè finora nessuno qui l'aveva recensito. Siamo davanti a un vero e proprio tesoro progressivo germogliato nei "tempi agitati" della dittatura militare brasiliana, ibernato e poi portato alla luce solo nel 1983, in tempi più sicuri. La data di composizione è comunque 1974.

Disparatissime le influenze, fra Prog Italiano, grandi strumentali brasiliani, Genesis, Yes, tradizione folk sudamericana, un pò di tango... un vaso di vetro che una volta aperto rivela tante e coloratissime caramelle diverse

L'opener "UFO" è un intricato viaggio in una foresta strumentale fra arpeggi di acustica, layer di synth e grida di flauto simili ad allegri fischi, fra improvvise accelerazioni e richiami all tradizione brasiliana.

"Smog Alado" è un brano dall'inizio più aggressivo tra rimbalzi di basso, ritmi indiavolati e svolazzi imprevedibili in tutte le direzioni, una citazione della PFM e la celestiale voce di Jane Duboc, ammaliante e fresca.

Nel brano "Miragem" ("Miraggio"), uno dei migliori, il chitarrista Mario Neto, tecnicamente impeccabile, si lancia in un fantasioso assolo a rotta di collo che ricorda allo stesso modo Santana e Steve Howe, il brano nella parte mediana sfuma in un morbido giardino di flauti per poi riprendere la vivace introduzione. "Pàssaro Da Paz" è un brano folk più semplice e bucolico che serve a mostrare l'affascinante timbro della cantante.

Nell'album sono presenti due brevi riempitivi strumentali ("Controvèrsia" e "Ano"). Se il primo non aggiunge nulla al disco, il secondo, condotto dal tastierista Sergio Villarim, nella coda mostra un richiamo al Tango, a riprova dell'eclettismo della band.

Ultimo Entardecer è il brano più lungo e forse il pù bello: sfido a trovare un assolo di chitarra più bello di quello che Neto indovina dopo poche note di pianoforte all'inizio di questo pezzo, che in seguito presenta una delle migliori prestazioni della cantante. Il brano, dopo una pausa si riaccende improvvisamente con un break ascendente dell'acustica (non dissimile da quella di "La Carrozza Di Hans " della PFM) che insieme agli inquieti acuti della cantante riportano all'esplosivo assolo di Neto che toglie il fiato. E' una atmosfera notturna che aleggia sul brano, ma la tenebra viene squarciata continuamente da luminosissimi e cristallini spunti.

Il brano finale, "Mirante Das Estrellas", è stato aggiunto in seguito nei primi anni '80, ma è in uno stile molto simile a quello dei brani originali. E' graziato da un altro grande assolo di Neto, musicista impressionante nel suo versatile alternarsi fra sapori brasiliani, borbottii elettrici, ululati chitarristici, svolazzi andalusi, meridiani disparati e influenze diverse.

In sostanza, un grande album, ricco di scintillii diversi e bilanciato in tutti i suoi brani. Dovendo per forza trovare un difetto, talvolta alle orecchie moderne le tastiere di Villarim hanno un timbro un pò troppo sintetico, ma dopo il secondo ascolto non ci farete più caso.

Buttatevi a capofitto nel Prog sudamericano, ce ne sono a bizzeffe di tesori così. Fidatevi.

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