Finalmente, dopo sacrifici, menzogne, piani e accordi, il 16/06. Data inutile? Per molti sì. No, non è il mio compleanno, ma la data che ha visto i Bad Religion suonare dopo 3 anni (brutti stronzi snob di merda!, l'ultimo risale al concerto tenuto all'Indipendent Days di Bologna) nel nostro "solare" Paese, e precisamente al Rolling Stone, noto a tutti immagino, come è nota la sua locazione: Milano (una fortuna, perché la mia Piacenza dista 40' di macchina).
Fare un'excursus sintetico della cariera di questi "omini" mi è difficile, e comunque penso sia inutile. Per i più giovani e gli ignoranti il consiglio è quello di dare un'occhiata sulla solita Wikipedia, che come sempre è un buon punto di partenza per farsi una cultura. Di certo molti, fottendosene del resto, ricorderanno insistentemente il contratto per l'Atlantic Records (costa della Warner), si è vero, sono mezze-puttane.
L'interesse per il gruppo spalla, i Vanilla Sky, era scarso nella truppa, quindi ce la siamo presa comoda. Siamo arrivati mentre i sopracitati si esibivano nella loro odiosa "Umbrella", resa ancora più antipatica dalla perdita di tre lattine di birra che il buttafuori all'ingresso ci ha beccato, maledetto! (e maledetto Rolling Stone, 5€ per quella che loro chiamano una media, un bicchiere d'acqua in cui probabilmente hanno pisciato...).
Finito il precedente strazio, andiamo ad appostarci: la gente è già ammassata sotto al palco, riusciamo a stare a 3/4 file di distanza, ma molto molto a destra. Quelle mezze-troie ovviamente si sono fatte aspettare. Intanto i movimenti sul palco sono stati scarsi, il tutto era già preparato e montato, ogni tanto Greg o Brian abbozzavano un paio di accordi, Jay spolverava il basso, ma niente di più.
Si stavano facendo aspettare anche troppo, ma al culmine della mia stizza per l'attesa eccolo, il prof. Graffin entra in scena seguito appunto da Greg, Brian (i chitarristi, se non s'era capito), Jay (Basso) e Wackerman (Batteria). Il prof. non può astenersi dal dire due o tre cagate di convenienza, ma non dura tanto, i nostri attaccano con "21st Century Digital Boy". Il pubblico (noi compresi), sfoga immediatamente il nervoso accumulato, senza contenersi neanche per un secondo... eccezionale. Cantiamo ogni parola spingendo e incassando nel medesimo tempo: è tutto come lo volevo.
Ovviamente non sono stato lì a contare gli errori del gruppo o memorizzare la scaletta dell'evento, ho pensato a divertirmi, nel complesso però ho avuto la sensazione di una band in forma (nonostante l'età): la prima parte del concerto è stata tiratissima: poche pause e una canzone dietro l'altra. Ho pensato che volessero sfinirci, sfiancarci del tutto così da poter poi giustificare il maggior numero di pause e pezzi meno tirati nella seconda parte, scandita anche da un maggior numero di discorsi del prof.. Non sono mancati, per fortuna, pezzi di fattura meno recente, cavalli di battaglia (a ragione) dei californiani: pura estasi quando è partita "Fuck Armageddon... This Is Hell", una siringa in vena di nuova forza "I Want To Conquer The World" (e in quel momento ci voleva) e va bene, le immancabili "No Control", "You", "Suffer" e altre. Forse il difetto principale dei nostri sta nella standardizzazione dell'esibizione, che di certo non brilla per trovate originali o per reinterpretazioni (se non sporadiche) dei pezzi, ma a noi va bene comunque. Esibizione, per quanto mi riguarda, convincente. E praticamente tutto il Rolling Stone sembrava essere soddisfatto. Peccato che sia stata male un'amica e che la cosa mi abbia fatto perdere l'ultimo quarto d'ora del concerto.
Grandi Bad Religion!
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