Ma noi siamo realmente liberi? Abbiamo il sacrosanto diritto di incazzarci? Apparentemente si... Ma siamo pursempre vittime di riti del caso e titoli da rispettare... Ed allora ecco questo album "subire, sopportare, soffrire" Suffer in una parola, che racconta la vita di strada ma qui non è fatta di puttane, Pusher e gangster ma di vie tranquille e noiosi sobborghi uno identico all'altro il prato verde, il ragazzino che getta il giornale e magari la bandiera americana vicino alla veranda. Anche qui pulsa la sofferenza, tra i ragazzi che sono alla ricerca di una loro identità.

La libertà è esprimibile in 1000 e più modi come gli stupidi che nascono ogni giorno. Ovvero ad esempio negli anni '60 con l'affermarsi dei movimenti giovanili tra gli adolescenti cresceva il desiderio di dimostrare che a differenza delle generazioni passate si era liberi. E così mentre gli Who cantavano quella celebre frase, Syd Barrett partiva per i suoi celebri viaggi i giovani "dissidenti" si emancipavano a colpi di lsd per aprire le loro porte della percezione e scopando a tutto andare dopo secoli di castità imposta di stampo cristiano. E' cambiato realmente qualcosa? No purtroppo, gli Who hanno visto dimezzarsi il numero dei loro componenti e Syd Barrett ora riposa nella sua casa di Cambridge, è divenuto un mito ma ha scordato cosa significhi questa parola. A livello meno globale i giovani di allora non hanno tratto alcun giovamento per la maggiore si sono bruciati il cervello. Questo per spiegare che ciò che un tempo era considerata una maniera di evadere è divenuto col tempo un rituale (sesso droga e r'nr) delle grandi e irraggiungibili rockstar ripetuto ed eseguito dai piccoli fan solo per somigliare un po' di più ai loro idoli da poster, conformismo.

Anticonformismo, una caratteristica non insignificante di questa Band che negli strombazzati anni '80 contribuisce, insieme ad altre band, a costruire la filosofia e il suono hardcore da cui discenderà il grunge. Anticonformisti perché, mentre imperavano gruppi come i Guns'n'Roses, non facevano alcuna apologia sulla droga e non davano alcuna importanza all'immagine e ti raccontavano della "Land Of Competition" dove i ragazzi si muovono verso il sud della California per copiare gli idioti di plastica.
"Dimmi di che cosa hai bisogno per farti felice? Davvero, è fuori dalla tua portata?" Bella domanda sarebbe intressante rivolgerla a molte persone che ci riserviamo il diritto di giudicare diverse ma che alla fine non hanno nulla di differente dagli altri, scoprire questa realtà è molto deludente. Con "Do What You Want" si raggiunge una specie di "Do The Evolution" dei Bad Religion le parole sono diverse ma l'argomento trattato è lo stesso. E con le progressioni chiterristiche dell'iniziale "You Are (The Government)" ci spiegano come stanno le cose e che ogni cosa dipende unicamente da noi. I Bad Religion ci mostrano la loro via alla libertà mentre spezzano i credo fondamentali dell'rock.

Insomma senza compromessi ruvido e socialmmente impegnato. In questo album datato 1988 fanno capolino per la prima volta i connotati dell'hardcore chitarre a mille e cori. I ritmi sono serratissimi non è concesso alcun fronzolo, tantomeno aridi virtuosismi alla Jimmy Page per intenderci, ne risulta un suono duro ma non spigoloso bensì fluido che scorre colorato come una colata di lava. Certo qualcuno potrebbe obiettare sul fatto che le canzoni risultano tutte uguali ma che importa? Qui si dà importanza ai testi, il messaggio, la sostanza sulla forma. Questo mi basta per dare un 5 netto. Personalmente credo che la migliore dell'album sia "Give You Nothing". Scusatemi se sono stato nauseantemente pseudo-intellettuale. Ciao

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