Ecco la mia seconda recensione, anche questa volta su un disco del Banco, più precisamente "Come in un'ultima cena". Siamo nel 1976, anno in cui il Progressive Rock esala gli ultimi respiri e lascia posto al Punk e alla Disco Music degli anni '80. Il Banco resiste (ancora per poco) e pubblica un buon album, appunto "Come in un'ultima cena".

Questa volta ci sono canzoni più brevi e soprattutto ce ne sono di più e questo fatto contribuisce a rendere meno interessante (e soprattutto meno prog) il disco. Infatti non sono presenti lunghe suite e il brano più lungo arriva ai 7 minuti e mezzo. Ma questi sono solo dati tecnici: passiamo alla descrizione vera dell'album. Nel complesso, il lavoro è ancora Progressive, ma accenna già i motivi pop che renderanno tristemente famoso (per i fanatici del prog) il Banco. Si comincia con la leggera "....a cena per esempio", che però nasconde un'inquietudine di fondo, percepibile anche attraverso il testo. Il pezzo è un buon gioco di tastiere e chitarre, suonate piuttosto bene da Rodolfo Maltese. "Il ragno" è una delle canzoni più famose del Banco: si tratta di un Progressive energico, dominato da tastiere "aggressive" e da chitarre elettriche. Il pezzo è molto gradevole ed è uno dei preferiti nelle esibizioni live. Segue l'amorosa "E'buono Giovanni, ma...", forse il pezzo più pop del disco.

"Slogan" è la traccia più lunga dell'album. Energica come "Il ragno", ma forse un pò meno efficace. "Slogan" è comunque uno dei brani migliori. La sognante "Si dice che i delfini parlino" è forse il pezzo più appassionante, a tratti psichedelico, con delicate "sfrecciate" di synth. La successiva traccia è "Voilà Mida (Il guaritore)", con una bella introduzione di chitarra elettrica e piano. Il brano più corto è "Quando la buona gente dice", che somiglia vagamente a "R.I.P." mescolata con "In volo", ma è difficile dirlo perchè si esaurisce dopo neanche due minuti. Segue la dolce "La notte è piena" e "Fino alla mia porta", con un buon lavoro di synth da parte di Vittorio Nocenzi. Finisce qui "Come in un'ultima cena".

Il giudizio: questo è sicuramente un buon album, specialmente se consideriamo il periodo in cui è uscito, ma non è riuscito a darmi le emozioni dei primi tre dischi, perchè privo di momenti alti e a tratti troppo facile. E poi non ci si può certo sputare sopra, giudicando i lavori successivi del Banco. Diciamo 3,5 stelle arrotondate a 4, perchè io al Banco gli voglio bene!

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