Per recensire il cd-live No Palco del BMS, si potrebbe iniziare con: "C'era una volta il Banco del Mutuo Soccorso, il miglior gruppo progressive italiano ed uno dei migliori in Europa". Seppellito il progr, purtroppo è defunto anche il gruppo romano, che ha voluto festeggiare il proprio trentennale con un concerto tenuto il 6 luglio 2002 all'Ippodromo Le Capannelle di Roma davanti, probabilmente, a pochi intimi, se sono reali le valutazioni quantitative ad ogni applauso.

Questo album, uscito quasi inosservato e fra l'indifferenza generale, può piacere a chi, come chi scrive, per il Banco ha delirato nel momento del suo massimo splendore (ed anche oltre), ma sicuramente non può fare proselitismo progr. fra i più giovani.

I "ragazzi" sono giù di forma e soprattutto la parte vocale risulta pessima. Purtroppo Francesco "Big" Di Giacomo non ha più voce; non riesce a tenere un acuto per più di una battuta e non convince nemmeno dal punto di vista interpretativo, che, ai tempi d'oro, era il suo cavallo di battaglia. Quando, vocalmente, è supportato dagli altri membri del gruppo, il risultato è anche peggiore. Molto meglio la parte strumentale, anche se c'è un'eccessiva pesantezza di esecuzione. Vittorio Nocenzi picchia un po' troppo sui tasti, esattamente il contrario di come dovrebbe fare un grande tastierista, quale indubbiamente è stato. Rodolfo Maltese è relegato alla sola chitarra, con l'eccezione di Traccia II dove, finalmente, suona lo strumento dove eccelle: la tromba. Come chitarrista è sempre stato molto di maniera e poco creativo. Ricompaiono, in qualità di ospiti, vecchi membri come il mitico Gianni Nocenzi al piano, sempre valido, e Pierluigi Calderoni, batterista molto migliorato dai tempi d'oro ad oggi. Sui nuovi membri del gruppo, è meglio sorvolare in quanto non lasciano nessuna impronta particolare, ma scivolano via quasi inosservati.

Perchè allora dare la sufficenza piena a questo lavoro? Perchè chi si ricorda i grandi concerti tenuti dal Banco fra gli anni settanta ed ottanta, ritrova in parte la stessa atmosfera. I pezzi non sono uguali alle registrazioni di studio, ma offrono qualcosa di diverso e nuovo, dando al concerto l'alone di evento unico e irripetibile (come dovrebbero essere tutti i "live").
In questo cd è inserita, e mi fa molto piacere, la versione allungata del brano "Quando la buona gente dice", tratto da "Come un'ultima cena", che sul disco originale è poco più di un intermezzo e dura circa due minuti. Nell'esecuzione dal vivo, al contrario, viene dilatata ad oltre sei minuti, con una struttura da mini-sinfonia rock; ricordo che tutto ciò ne faceva, ai tempi, un piccolo "cameo" da ricordare.
Altra sorpesa piacevole le due "Tracce" (I e II), che chiudono il cd dando un profumo di nostalgico rimpianto, stemperando un poco la delusione per l'intero lavoro. Gli altri pezzi, sono normale routine e solo "Non mi rompete" è eseguita con vitalità ed energia, anche se non con molta originalità, e riesce ancora a commuovere.
Manca, e mi dispiace, lo splendido assolo di tromba che Rodolfo Maltese eseguiva puntualmente all'inizio di ogni bis. Sarebbe stata un'ottima occasione per farlo ascoltare anche ai profani del genere (e del gruppo). Insignificanti le partecipazioni (di stima) di alcuni ospiti prestigiosi come Morgan, stranamente impiegato al basso e non al piano dove dà il meglio, Federico Zampaglione e Mauro Pagani, irriconoscibile al violino.

In definitiva un album che viene, e verrà, ascoltato solo dagli irriducibili, come me, ma che, obiettivamente, poteva essere preparato meglio.

Un grazie comunque al Banco per quello che ci ha regalato in questi trent'anni.

Carico i commenti...  con calma