La dolcezza abita qui, in Islanda. Dopo i Sigùr Ros, i Mùm, i Worm Is Green, eccone un altro, avevo detto sprezzante leggendo le buone cose dette su Bang Gang dalle riviste specializzate. Il timore riguardava la smania giornalistica di voler creare un filone regionale a tutti i costi, propinandoci anche le opere di artisti mediocri ma compaesani di questo o di quello.
Invece c'è molto ma molto di più nel disco di Bardi Johansson, che intanto non si mette a emulare nessuno, ed è già qualcosa. Bardi ci fa sentire grandi cose quando impugna la chitarrina acustica, creando dei veri gioielli di canzoni, tra cui It's Alright che mi ricorda i Motorhomes, Find what You Get sullo stile dei Kent, la cover di Stop In The Name Of Love delle Supremes e la stupenda, incredibile Everything's Gone.
In certe canzoni (quelle cantate dalle ammalianti voci femminili) l'approccio rimanda sicuramente alla delicatezza dei Worm Is Green, ma nel disco non possiamo trovare una struttura prevalente. Ma anche il resto è musica raffinata, di alto livello, gli sprazzi di blues, gli sfondi cinematici (There was A Whisper, Contradiction). Impressiona il modo in cui Bardi riesce a trasmettere emozioni spaziando tra generi diversi, e questo album non è un polpettone, ma una raccolta di dodici grandi canzoni.
Una cosa mi chiedo: cosa sarà che ispira questi suoni di chitarra, queste trovate melodiche nella testa di Bardi...le belle vallate dell'Islanda o quella modella che lo seduce e poi lo abbandona? Condor-consigliato.
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