Negli ultimi anni l'Islanda si sta proponendo come centro propulsore da cui partono nuove coordinate musicali tese ad incrociare/ibridare rock pop e sperimentazione più o meno elettronica.

Senza citare Bjork, che dei geniali artisti islandesi è sicuramente la capostipite ed indiscussa regina, vengono comunque in mente delicati struggenti e ben riconoscibili gruppi come Sigur Ròs e Mùm. Meno successo ha invece ottenuto questo bellissimo 'Something Wrong' dei Bang Gang; dietro questa simpatica e piuttosto giocosamente osé sigla si nasconde il meraviglioso one man band Bardi Johannsson, efebico e lirico quanto basta per sfornare una piccola delizia sontuosamente confezionata tra pathos pop ed aperture indie-electro.

Un'artista, sempre islandese, di nome Katrin Siguroardottir che crea suggestive installazioni ambientali, parlando del proprio lavoro, ha affermato di voler ricreare una sensazione tipica del paesaggio dell'Islanda: una sensazione di fuga, senza però esplicitare se la fuga è da quel paesaggio o verso quel paesaggio. Bè, questa definizione è perfetta anche per la musica delle band sopraccitate, ma nel caso dei Bang Gang a questa specie di droga acustica (melodiosa morfina direttamente dal mercato onirico) si aggiunge una capacità compositiva, una scrittura che fa veramente ben sperare.
Dalla prima all'ultima traccia di 'Something Wrong' sembra di ascoltare una versione post-rock dei Beatles, traghettati nel terzo millennio da un George Harrison innamoratosi perdutamente del dream-pop. Come non lasciarsi andare sull'ariosa e commovente melodia di "Inside", come non commuoversi nel lancinante finale di "There was a whisper", come non battere il piedino nella trascinante ed epica synth-wave di 'Something wrong'.

Ma tutti i pezzi sono piccoli incanti, soprattutto quando Bardi lascia ad altri/e il microfono: meravigliosa è infatti la voce della fata nordica Esther Talia Casey, per non parlare di Nicolette (ricordate Three dei Massive Attack? Esatto è proprio lei) novella Billie Holiday nella perla grezza tra soul pop e jazzy di "Contradictions"... Bè se il disco si fosse chiuso qui nessuno si sarebbe lamentato, anzi...

È dunque 'Something Wrong' l’ennesimo capolavoro proveniente dalle lande vulcaniche dell'Islanda? Non proprio: ad un simile talento compositivo ed evocativo andrebbe sposata una maggiore originalità, ma non chiediamo troppo questo è già un esordio coi controcazzi e per il futuro si prospettano ottimi margini di miglioramento.

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