Tra le formazioni storiche del progressive inglese dei primi anni 70 vanno inseriti sicuramente i Barclay James Harvest, quartetto di Manchester, che ha saputo scrivere pagine importanti nell'evoluzione della musica di quel periodo. Parlo di una band che si è costruita una valida reputazione lavorando all' ombra dei mostri sacri quali Genesis, King Crimson, Yes, e pur non avendone le doti tecniche o compositive o solamente la notorietà necessaria per emergere verso il grande pubblico, hanno proseguito tranquillamente per la loro strada con coerenza infischiandosene delle mode e delle tendenze musicali che stavano sopraggiungendo.

Il loro stile portante è un gradevolissimo pop sinfonico, quasi musica pastorale in determinati frangenti, che richiama atmosfere rilassanti e poetiche. Nelle loro composizioni si possono riconoscere arrangiamenti melodici dei primi Beatles e le sinfonie alla Moody Blues. La formazione a quattro presentava John Lees come chitarrista e cantante, Les Holroyd al basso, Stuart Wolstenholme alle tastiere e Mel Pritchard dietro le pelli.

Formatisi nel 1968, sotto l'etichetta EMI, sfornano tre album passati inosservati dal pubblico. Questo fatto permette alla band di forgiare un proprio suono personale fatto di arrangiamenti orchestrali maestosi accompagnato da elementi rock e jazz, lontani dalle critiche e con la possibilità di lavorare in pace.

Passati poi nel 1974 sotto l'etichetta Polydor la loro produzione migliora sensibilmente e per i tre anni a seguire riescono a ritagliarsi quegli spazi che meritavano anche anni prima. Di questo periodo scelgo l'album "Gone To Earth", pubblicato nel 1977, con il progressive già sulla strada del declino.

Lo stile del gruppo in questo album rimane tale e quale, con la chitarra, il mellotron e i sintetizzatori a farla da padrone, il tutto impastato con armonie lente e profonde di grande presa emozionale. Le nove canzoni presenti sullo studio album sono tutte di ottima fattura, ma quelle che si elevano maggiormente sono l'opener "Hymn", canzone dolcissima con la voce di Lees che si fonde benissimo con le trame di tastiera e chitarra. Si passa poi per le intermedie "Love Is Like A Violin" e "Friend Of Mine" e si arriva a mio parere ai due pezzi migliori del lavoro, "Hard Hearted Woman", dove la chitarra ti si stampa in mente con una melodia difficile da dimenticare, e "Poor Man's Moody Blues", canzone di grande eleganza e ironia, degna risposta del gruppo che veniva etichettato come i cugini poveri dei Moody Blues.

Dopo l' uscita di "Gone To Earth", i James Barclay Harvest proseguirono per la loro strada continuando la loro produzione fino ai giorni nostri. Sempre comunque fedeli e coerenti con le loro radici musicali.
Ultimamente sono stati anche in Italia per una serie di concerti dove si sono presentati senza il batterista Mel Pritchard, morto nel 2004.

Per chi volesse poi scoprire questo gruppo, recentemente la Eclectic Discs ha pubblicato cinque ristampe ricche di bonus e foto inedite.

Elenco e tracce

01   Hymn (05:08)

02   Love Is Like a Violin (04:06)

03   Friend of Mine (03:32)

04   Poor Man's Moody Blues (06:58)

05   Hard Hearted Woman (04:29)

06   Sea of Tranquility (04:05)

07   Spirit on the Water (04:52)

08   Leper's Song (03:34)

09   Taking Me Higher (03:07)

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