È il 1994 e i Basement Jaxx sono i protagonisti di un dj set chiamato "Rooty" (che diventerà il nome del loro secondo album), dove alternano, sui turntables, dischi house newyorkesi, rigurgiti old-skool di Chicago, punk inglese, jazz, soul e ritmi latini.

Insomma tutto quello che, adeguatamente velocizzato, può riuscire a far ballare. L'esperimento ha grande successo e invoglia i due a mettere le mani su sintetizzatori, drum machine e sequencer e a ricreare su vinile l'effetto delle loro esibizioni sul dancefloor. Con la pubblicazione del primo singolo, "Undaground", Buxton e Ratcliffe inaugurano la personale etichetta, 'Atlantic Jaxx', in seguito assorbita dalla 'XL' (la stessa di Fat Boy Slim).
Semplici ma selezionati elementi ben incastrati tra loro: sembra essere questa la carta vincente del loro suono. Sezioni ritmiche in quattro quarti, sporcate da ossessivi giochi di archi ed echi di piano, sono i temi che vengono ripresi e perfezionati negli ormai classici "Be free" e "Live your life with me", arricchiti dalla sensuale voce di Corinna Joseph. Ispiratissimi, e forti dei consensi nell'ambiente, i Basement Jaxx continuano a produrre svariati ep, spaziando dalla latineggiante "Samba magic" alla house garage di "Missing you"(quest'ultima con un cantato molto articolato di Ronnie Richards).

Ma il colpo di genio dei due produttori di Brixton arriva con "Fly Life": una cassa a 120 bpm e un semplice riff di synth distorto e filtrato all'inverosimile. Un ritmo potente ed ossessivo (che ricorda "Musique" dei Daft Punk o "Vertigo" di Alan Braxe) con un tiro eccezionale; anche se lontanissimo dall'essere commerciale, riesce a scalare le classifiche inglesi.
"Atlantic Jaxx Recordings: a compilation" raccoglie tutte queste chicche e nasce per raccontare episodi che altrimenti sarebbero rimasti prigionieri del vinile. È il racconto, in musica, degli inizi di un duo di pionieri della musica house, inventori di uno stile da essi stessi chiamato "Punk-garage". Un frullato di suoni di varia estrazione dopato da lampi di genio e di follia, che si lascia apprezzare anche lontano dalle piste da ballo. Una musica che riesce ad emozionare e nello stesso tempo divertire, se ascoltata con lo spirito giusto.

Un ascolto consigliato a chi apprezza la dance e l'elettronica fatta ad "arte", che gli amanti della house non possono lasciarsi sfuggire. Unica pecca del disco è la presenza di un pezzo curato da Coccoluto (Belo Horizonti - The Heartist), idoneo per il trenino di Capodanno, ma fuori luogo in questo cd. Per fortuna esiste il tasto "skip".
BE STRONG... BE FREE... BE HAPPY!

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