L'anno di svolta per Quorthorn, leader dei Bathory, è il 1990:  dopo essere stato l'ideatore di un thrash malefico, perverso e violentissimo, con testi particolarmente satanici, che prenderà il nome di Black Metal, il nostro Thomas attua una svolta ideologica e musicale: capisce che il satanismo non fa altro che richiamare alla mente il cristianesimo, e quindi decide di distaccarsi anche da esso; il suo scopo, la battaglia contro la religione cristiana, viene quindi portato avanti in un altro modo, attraverso testi pagani ispirati alla mitologia nordica: "Hammerheart" può essere quindi visto come un concept album incentrato sulle usanze e i costumi degli antichi vichinghi.

Ci sono novità anche dal punto di vista musicale: abbandonata la cacofonia dei tre precedenti album e mezzo (infatti il precedente 'Blood Fire Death' è un musicalmente un black con molte parti epiche), questo lavoro si abbandona a toni epici e solenni, molto vicini all'epic metal americano, pieno di cori e melodie malinconiche. Da qui nasce il "viking metal".

Un delicato arpeggio di chitarra apre "Shores In Flames", una composizione dilatata fino a toccare 11 minuti, che si sviluppa in una maestosa sinfonia metal incentrata sulle razzie vichinghe dell'XI secolo. Già da questo brano si possono capire le coordinate stilistiche su cui si muoverà il lavoro: le composizioni sono molto semplici e ripetitive, formate sempre da una struttura molto lineare, e prive di una qualsiasi evoluzione tecnica; su tutto la voce da bardo nordico di Quorthorn, sgraziata e, in un certo senso, molto "punk" come attitudine, ma allo stesso tempo evocativa come non mai. Dopo la lunga e pesante "Valhalla" si passa a "Baptised In Fire And Ice",  il brano più heavy di tutti, forte di un anthemico e maestoso riff e un ritmo veramente senza compromessi. Sia questo che il successivo brano, "Father To Son", dal ritornello solare e molto melodico, sono incentrati sul tema del tramandamento delle tradizioni: in tutti e due i brani il padre del narratore è la figura centrale, che supplica il figlio di tramandare le tradizioni e di non cambiare mai idee e valori. "Song To All Up High" è una breve ballata acustica, un'ovazione dal forte sapore pagano verso Odino, a cui segue "Home Of Once Brave",  la traccia più minimale e cadenzato dell'album, incentrata, come la seguente, sul tema del glorioso passato: Quorthorn descrive le bellezze naturali della sua terra (montagne, vento impetuoso, tempeste di neve, foreste interminabili) definendole "la casa di gente un tempo coraggiosa", i cui discendenti hanno dimenticato il proprio glorioso passato e si sono fatti abbindolare dalle credenze cristiane.

Si arriva, infine, al capolavoro nel capolavoro, la stupenda "One Rode To Asa Bay", il brano vichingo per eccellenza, una canzone traboccante malinconia ed epicità in ogni secondo... è quasi palpabile la rabbia e l'odio verso il cristianesimo, religione imposta con la forza, e causa della perdita di tutte le tradizioni vichinghe, e dell'identità vichinga in se per se.

Si conclude con questa canzone uno dei più grandi album che il metal nordico ci abbia tramandato, testimonianza di come l'heathen pride è ancora radicato in molte persone.

VOTO = 9.5

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