Per ascoltare la chitarra di Ian Williams (Don Caballero, Storm & Stress), le sue geometrie carnose e irregolari, per gustarti un funambolico percorso, spezzato e ricomposto, attorcigliato dentro la rigorosa palpitazione di un drumming ineccepibile ad opera di John Stainer (Helmet, Tomahawk), devi comperare un disco della Warp!
Dentro ci trovi anche un bassista (David Konopka – Lynx) che si dimostra all’altezza del gioco e un inaspettato figlio d’arte, Tyondai Braxton a mettere mani a manopole e tastiere.
La vecchia cara Warp (la stilosa etichetta che io, distratto e saltuario avventore, continuo a considerare la casa del suono elettronico degli ultimi anni ma che gli attenti frequentatori mi dicono sempre più versatile ed onnivora) pubblica in un doppio cd i tre ep, pare frutto di un'unica session di registrazioni, usciti nel 2004 sul mercato americano a nome di questo quartetto “battagliero”. Che ho appena scoperto e del quale sono divenuto tifoso istantaneo. Nel senso che l’ho preso un paio d’ore fa, ‘sto doppio cd, e già ve li consiglio.
C’è la torsione che sviluppa, l’onda che ridisegna, nelle tracce che potete piazzare sotto la voce “new post rock”.
Ma non immaginate esangui desolazioni: affiora un’attitudine a tratti frippiana, che rinuncia però a dire tutto, ricorrendo alla reiterazione e a piccoli scarti per indicare qualcosa, sottrarlo, riprenderlo e farvelo girare in testa per un po’.
E sprazzi di possibili scenari futuri, quando si fa spazio il lavoro di Braxton Jr., l’uomo giusto al posto giusto, a quanto pare, per celebrare le nozze tra le macchine e la fisicità spigolosa e pulsante degli altri tre.
Ma la chitarra resta il cuore del disco, la sua matematica corporeità, la stratificazione di riffs circolari, nelle mani di un Williams sempre più eclettico sostenuto da una batteria che è una garanzia.
Un lavoro che mette in campo frammenti di discorsi interrotti, conditi con qualche flash dal passato in bilico su nuove soluzioni. Lasciando aperta la porta ad più d’una ipotesi, tutte verosimilmente gustose, sul futuro dei Battles.
E sul loro disco d’esordio vero e proprio, che a questo punto attendo con curiosità, mentre consumo il succulento antipasto.
Voi, assaggiate, se vi va, gli abbondanti stuzzichini in forma di samples. E ditemi che ve ne pare.
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