Beirut, Libano. Sì, sapevo che era in Medio Oriente. Sapevo che sulla bandiera del Libano c'era disegnato un cedro. Sapevo che Beirut è la capitale del Libano. Tutto questo lo può dire anche un bambino delle elementari, un bambino un po' curioso. In biblioteca c'era un libro, piuttosto voluminoso. "Il martirio di una nazione: il Libano in guerra" di Robert Fisk. Per oltre un anno rimaneva per pochi attimi sullo scaffale, il tempo di riporlo al suo posto e qualcun altro (poteva essere un altro lettore o un'altra biblioteca) me lo toglieva dalle mani. Arrivò l'estate, quest'estate.

Qualcuno potrebbe obiettare che non è certo il momento, dedicarsi durante la stagione ad un libro di guerra. Eppure è stato il momento giusto. L'ho letto: da allora voglio bene a Robert Fisk che ha rischiato la vita, ha lottato dentro aeroporti e macchine per poter raccontare il Libano. Si è innamorato di quel posto, esattamente come i libanesi si sono innamorati di tutti gli eserciti venuti a "salvare" la loro nazione e la loro capitale. Beirut ha visto morire francesi, americani, siriani, israeliani, palestinesi ma non è mai stato di nessuno di loro: Beirut accoglie tutti e rinnega tutti perché nessuno può prendersela. Anche in "Romanzo Criminale" è scritto che nessuno può prendersi Roma ma non è la stessa cosa: nessuno vuole Beirut per Beirut, tutti vogliono Beirut per un altro posto. Voglio bene al Libano? E chi lo sa, i posti bisogna conoscerli. Mi piacerebbe diventare giornalista e raccontarli. Sogno il Sud America ma se mi dicessero "vai a Beirut" ci andrei, non prima di rubare dalla biblioteca il libro di Fisk.

Beirut, Libano. Beirut, Zack Condon. Sì, esiste un gruppo che si chiama così. Zack Condon, l'ha inventato questo ragazzetto. Era il suo sogno, il suo progetto, poi ha radunato della bella gente e l'ha trasformato in un gruppo. Quella gente che c'era quattro anni fa non c'è più. Ora ci sono altri tizi con lui ma sono bravi, dannatamente bravi. Anche Zack è dannatamente bravo. In questo disco ce l'ha ricordato, anche perché era un po' di tempo che non si faceva vedere in giro. E' uscito ad Agosto, questa estate. Mentre leggevo le parole di Robert Fisk. Quando ho finito il libro sono tornato a casa, ho messo il disco in camera mia. Ho chiuso gli occhi, li ho riaperti. Ero dentro un blindato, accanto a me guidava un ragazzo libanese. Attorno a me scorrevano le bombe. Questo disco non evoca bombe ma io ho rivisto e rivissuto le parole di Robert Fisk. Beirut, Robert Fisk. Beirut, Zack Condon. Voglio bene ad entrambi. Leggere libri ed ascoltare musica servono quando colpiscono le persone.

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