"Questo disco fa schifo".

Sono arrivato a tale insindacabile conclusione fin dal momento della sua uscita, avvenuta nel Maggio del 1995. Un autentico tradimento in musica da una delle formazioni che di più apprezzato in tutto il Death Metal; sono stati capaci di scrivere pagine importantissime e fondamentali, grazie a lavori come il grezzo esordio "Subconscious Terror" e soprattutto il massacro uditivo di "Trascend The Rubicon". Autentiche pietre miliari di un genere.

In tutti questi anni non sono riuscito a dare una spiegazione plausibile a questo vero e proprio crollo: infatti "The Dreams You Dread", salvo rare eccezioni, è un album spento, moscio che non va da nessuna parte. Un tentativo da parte del combo britannico di dare una svolta "commerciale" al Death senza compromessi dei precedenti lavori sulla lunga distanza; tentativo fallito miseramente.

Già la copertina è alquanto ridicola e parecchio sul tamarro: una sorta di bassorilievo con i volti dei cinque inglesi messi in evidenza. Faccio fatica a riconoscere e dare un nome ai vari membri del gruppo, visto che la stessa immagine non è delle più chiare e nitide. Ed è sempre la casa discografica tedesca "Nuclear Blast" ad occuparsi della distribuzione del lavoro: l'inizio della fine anche per quanto riguarda questa label.

Introducono elementi Hard-Sludge in quasi tutte le canzoni, con una serie di mid-tempo rallentati dove dovrebbero dare libero sfogo al loro virtuosismo tecnico; ma non essendo dei fenomeni da questo punto di vista (a parte il giovanissimo batterista) il risultato è scadente.

L'iniziale "Down On Whores" che sembra mai terminare, appoggiandosi ad un riff scheletrico ed inconcludente ripetuto con ossessione; l'altrettanto confusa ed imbarazzante "Soulstream", con la voce di Dave del tutto spenta. Fino ad arrivare al brano meno riuscito del lotto: "Denial" con il suo incedere sempre lento ed Hard ma che induce soltanto alla sonnolenza (e non sto scherzando credetemi!).

Per fortuna in due brani si ricordano di essere i Benediction e di avere ancora voglia di pestar giù duro sugli strumenti, con quelle tipiche accelerazioni old-school: "Certified...?" e la title track sono brevi sfuriate telluriche che per pochi minuti mi rimandano al loro glorioso passato. Ma non bastano queste fiammate a far raggiungere al disco la risicata sufficienza. Pollice verso, purtroppo.

Già con il successivo lavoro "Grind Bastard" ritorneranno a percorrere strade molto più vicine al classico Death Metal, senza peraltro mai più raggiungere le sublimi e bastarde vette dei loro primi album.

A Valentina, da Borgomanero, che sempre mi legge...un amica.

Ad Maiora.

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