Il Conformista: (1970)

Regia e sceneggiatura: Bernardo Bertolucci

Marcello Clerici: Jean-Louis Trintignant

Giulia: Stefania Sandrelli

Manganiello: Gastone Moschin

Anna Quadri: Dominique Sanda

Luca Quadri: Enzo Tarascio

Il Conformista è un film di Bernardo Bertolucci ed è tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia.

Bertolucci, nei suoi lavori precedenti, aveva fatto suo un modo di fare cinema tipico della nouvelle vogue, che vide gli esponenti più rappresentativi in Francia (Godard e Truffaut).

Con Il Conformista, invece, si avverte per la prima volta un’impronta più personale, quello che sarà il “suo cinema”. Uno stile proprio dunque, sia nei contenuti che nella tecnica registica.

Siamo nel ventennio fascista, periodo che va dal 35 al 43, dall’apogeo alla caduta.

Marcello Clerici è un giovane borghese che si offre volontario per entrare nell’Ovra (la polizia segreta del fascismo).

Di lì a poco, sposerà Giulia, una medio-borghese molto bellina e civettuola.

Queste due azioni rappresentano per Marcello due mosse “necessarie” nello scacchiere della vita per incanalarsi dentro un certo binario, il binario giusto, il binario “normale”. È tutto qui il suo essere conformista. Questo in superficie.

L’Ovra gli affiderà il primo compito: recarsi a Parigi, in viaggio di nozze con la moglie, per agganciare Luca Quadri, un professore, un intellettuale dissidente, scomodo e pericoloso secondo i dettami del capoccione mascelluto. Obiettivo: eliminare il Quadri, rapido e deciso.

Nella missione sarà coadiuvato da Manganiello, agente speciale dell’Ovra, uomo pratico, virile, che non si fa troppe domande, un clichè del fascista modello.

Incontreranno il Quadri (Marcello era un suo allievo, il suo migliore allievo) e sua moglie Anna. L’incontro con i coniugi Quadri sarà devastante per la sua superficie conformista che rappresenta tutta la sua vita ma non rappresenta Marcello Clerici che è tutt’altro e ciò che è veramente non lo capiremo mai ma di sicuro sappiamo che Marcello, figura centrale del film, complessa e indecifrabile, incarna mirabilmente la figura della crisi di identità che investe l’uomo del 900 impastoiato nell’archetipo borghese (Bertolucci ne Il Conformista attacca forse più lo squallore della borghesia che non il fascismo). Si veda, a tal proposito, la sequenza memorabile di Marcello Clerici nello studio del dottor Quadri, nel celebre dialogo della caverna e delle ombre intese come opaco riflesso della verità, dove la fotografia di Vittorio Storaro dispone della luce e del suo contrario, l’ombra e la luce dunque, in un contrasto che è stato definito caravaggesco.

Cosa accadrà dopo il cruciale incontro?

Non lo diciamo ma vi diciamo che il finale del film non corrisponde al finale del libro.

Emerge ne Il Conformista, una grande passione di Bertolucci per il cinema. Il Conformista è tecnicamente superlativo. Dall’uso del dolly in verticale, ai numerosi piani sequenza, ad alcune inquadrature volutamente sghembe che conferiscono alla pellicola un senso di straniamento, a sequenze indimenticabili: il flash-back di Marcello, la festa tra i ciechi, la scena lesbo soft Sanda/Sandrelli, il dialogo della caverna già menzionato, l’inseguimento nei boschi.

Gli attori - ed il terzetto Trintignat, Sandrelli, Sanda è all’epoca under 30 - sono in stato di grazia, esattamente come Bernardo che li ama come un padre e li guida e li “accarezza” con la sua MDP.

È un film ricchissimo, sia visivamente che nei contenuti. Questo nostro modesto scritto è affatto esaustivo, si potrebbe scrivere un trattato su Il Conformista di Bertolucci, capolavoro della cinematografia italiana e punto di riferimento per gli anni a venire. Francis Ford Coppola, per dirne una, prima e durante le riprese de "Il Padrino", proiettava in continuazione il film di Bertolucci alla troupe per apprendere e ispirarsi ad uno stile moderno e innovativo di fare cinema ---- > http://www.ondacinema.it/film/recensione/conformista_Bernardo_Bertolucci.html

Anche la colonna sonora di Georges Delerue, un gigante, https://it.wikipedia.org/wiki/Georges_Delerue è meravigliosa.

Per noi è probabilmente il suo capolavoro, più di Ultimo tango a Parigi, più di 900.

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