Il genere smooth jazz nella sua declinazione inglese non è morto, anzi sta benino. Ad ascoltare questo disco di Beth Orton si direbbe che abbia assorbito qualche elemento folk e l’abbia shakerato con un poco di elettronica e una spruzzata di trip hop per proporci una decina di canzoni piacevoli e non banali. C’è dietro in produzione la mano sapiente di Ben Watt, il lui chitarrista di Everything But The Girl, cui sono direttamente riconducibili un paio di pezzi tra i più belli - «Anywhere» e «Daybreaker» - ma anche la conclusiva «Thinking About Tomorrow». Certo non si è persa l’ispirazione folk, qui nella parte centrale del disco con «Carmella»; «God Song» che ci regala Emmylou Harris in controcanto e «This One’s Gonna Bruise» per la firma di Ryan Adams. Peccato che l’album parta con il trittico un po’ noiosetto di «Paris Train»; «Concrete Sky» (guest vocalist, Ryan Adams) e «Mount Washington» e che non abbia un pezzo trainante per farsi davvero ricordare. Le foto di copertina sono malinconiche il giusto e niente di speciale, mentre ho trovato irritante la scelta di mettere i testi del libretto in sequenza orizzontale senza soluzione di continuità per quattro pagine. Insomma musica folktronica come qualcuno l’ha chiamata (ma il termine è proprio brutto) “che non fa male” ma certo non indispensabile.

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