No. Non avevo la minima idea di chi fosse Alfred Kinsey prima di vedere questo film. Non mi va di mentirvi, di dirvi che ne sapevo già tutto, che l'ho sempre considerato un genio, che mio nonno lo conosceva ed erano grandi amiconi... non mi va per niente. Ma la scorsa settimana guardando questo film ammetto di essermi interessato non poco a questo strano personaggio vissuto nella prima metà del '900.

Inizialmente biologo accanito studioso di un certo tipo di vespe (arrivò a classificarne centinaia di migliaia per notare le loro differenze), si rese conto, dopo essersi sposato, che ne sapeva un casino sulle vespe ma a letto una vespa ne sapeva infinitamente più di lui. Si decise così, dopo aver notato l' ignoranza di molte persone riguardo l' atto sessuale, ad iniziare una serie di studi sul sesso che seguiva la stessa metodologia della classificazione degli insetti: prendere in esame quanti più esemplari possibili per notarne le differenze, le anormalità e le più comuni usanze. In seguito pubblicò due libri che esponevano i risultati di anni ed anni di studi che ebbero un gran successo in America ma che al tempo stesso attirarono su Kinsey le antipatie dell' America puritana. Questo breve riassuntino non rende giustizia alla sua opera, ma mi sembrava doveroso dare almeno un idea dell' argomento trattato dal film, comunque per ulteriori informazioni vi rimando a wikipedia che vi saprà istruire ed indirizzare meglio.

Veniamo allla pellicola ora (due palle sti riassunti!). Come avrete ben capito si tratta di un biopic su Alfred Kinsey che narra la sua vicenda dall'infanzia fino al semi fallimento a cui andò incontro nei suoi ultimi anni. Il protagonista è interpretato da un Liam Neeson in splendida forma (oserei dire quasi ai livelli di Oscar Schindler) affiancato da una graziosa Laura Linney nei panni della moglie e da un convincente Chris O' Donnel nei panni del suo assistente.

Il film si apre con una sequenza in bianco e nero dove Kinsey si fa interrogare sui suoi gusti sessuali da alcuni personaggi che paiono psicologi (ma si scoprirà più tardi che non è così... insomma se vi dico proprio tutto che gusto c' è?) ma questo interrogatorio viene interrotto a tratti da alcuni flashback a colori (non so perchè ma questa scelta del bianco e nero per il presente e i colori per il passato mi è parsa proprio una buona idea) che ci mostrano in modo chiaro la vita di Kinsey fino a quel momento tra un padre predicatore, vespe (molte vespe, troppe vespe!), matrimoni e il successo dei suoi studi da sessuologo. La pellicola gira bene, tra problemi serissimi quali l'ignoranza dell'America puritana in fatto di sesso affrontati con la giusta ironia e un infanzia non troppo felice vista in modo non troppo melodrammatico. Le vicende della vita di Kinsey dal momento in cui ottiene la giusta attenzione sono molte e a volte molto complicate ma il regista riesce ancora una volta a stupire: il suo sembra un volo leggero sulla vita del protagonista, ogni tanto si ferma, da un occhiata fugace ma precisa e riparte per un'altra avventura senza mai cadere in banalità o scene strappalacrime.

Ma i biopic si sa sono sempre difficili da affrontare e così il film ha una tremenda battuta d'arresto proprio nel momento in cui la stella di Kinsey viene ad offuscarsi: inspiegabilmente la pellicola comincia a zoppicare, inciampando su tutti gli errori più comuni di questo genere di pellicole. Si vede come il protagonista cominci ad assomigliare all'inverso del padre: se quest'ultimo aveva una mentalità troppo chiusa, quella del primo risulta troppo aperta ma l'effetto di allontanamento dei figli è lo stesso. Cominciano ad apparire le prime scene strappalacrime o semplicemente brutte come le incomprensioni con i suoi collaboratori (certo ci saranno sicuramente state ma qui si risolvono davvero in modo ridicolo con Kinsey che, come un supereroe cerca di far andare tutto bene con la sua personalità), e la progressiva diffidenza dell' America nei suoi confronti che si risolve con un invecchiamento precoce di Kinsey. Il finale risulta quindi davvero banale con Liam Neeson ormai abbattutto che si conforta e riprende vigore nelle parole di una signora che afferma quanto lui sia stato importante per la sua vita (manco nei finali delle commediole anni '80!).

Insomma è un film da vedere o no? Secondo me si, per l'importanza del personaggio innanzitutto: fa riflettere il fatto che dopo la sua morte l'America abbia tentato sempre di ritornare alla sua morale puritana, a vedere il sesso come qualcosa da tenere ben nascosto (si guardi la censura sul cinema in America oggi, capace di mostrare le più crudeli vendette ma ben attenta alle scene di sesso o anche solo di nudo), e come abbia in definitiva cercato di dimenticare Kinsey e i suoi studi (persino la pellicola a differenza di molti altri biopic ultrastrombazzati e scarsissimi è passata quasi in silenzio). Inoltre va visto per una delle migliori interpretazioni di Liam Neeson a mio parere, capace di stupire tutti con un bacio gay (si c'è anche quello) dopo personaggi da fumetto come Qui Gon Jinn.

Un ultima annotazione la voglio fare sul voto: è una media del 4 strameritato ai primi 2/3 della pellicola e del 2 all'ultima parte (tra l'altro qualcuno mi sa spiegare perchè non si è fatto niente per invecchiare Liam Neeson dato che passano anni, a parte i capelli che ogni tanto diventano più bianchi e ogni tanto tornano del colore originale?). Una sufficienza pienamente meritata insomma.

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