Oggi sto male, ho un raffreddore pazzesco, manco fossi stato tutta la notte fuori di casa. Mi guardo allo specchio e mi rivedo in Bud Baxter, lo conoscete no? Ma certo Bud Buxter detto "cici bello"! In pratica questo Baxter (che lavora in una grande società di assicurazioni) dava il proprio appartamento ai suoi superiori quando si concedevano una scappatella con qualche ragazza, una volta è persino successo che ha dovuto passare la notte fuori perchè un suo superiore aveva bisogno del suo appartamento nel cuore della notte. E in cambio di questi favori il nostro Baxter piano piano inizia a salire di grado, fin qui tutto bene direte voi, non c'è niente di male a fare tutto ciò in una società arrivista e capitalista. Il tutto cambia quando ci va di mezzo la ragazza dei suoi sogni, che aveva come amante nientepopodimeno che il capo della società di assicurazioni dove lavora appunto Baxter e che chiede al nostro amico le chiavi dell'ormai famoso appartamento.

Da qui nascono una serie di imprevisti e anche di equivoci (ad esempio la coppia di vicini vedendo tutto quel via vai di donne crede che Baxter sia un dongiovanni in realtà è proprio il contrario).
E mentre il nostro Baxter arriva persino a diventare vice-presidente della società di assicurazioni, si rende sempre più conto di essere in trappola: da un lato il lavoro (dove ha sempre più successo, poco importa se non è meritato) dall'altro i problemi di cuore (che non sono di certo problemi secondari, almeno non per il nostro protagonista).

La svolta arriverà finalmente quando il nostro protagonista si renderà conto che basta liberarsi di queste catene per essere un uomo libero, un uomo che prende la sua vita (e il suo appartamento) e la gestisce come meglio crede, anche a costo di restare da solo.

Con la storiella dell'appartamento però Billy Wilder vuole scavare a fondo: il suo film è un'acuta critica contro la società americana degli anni '60, una società dove per essere qualcuno devi dare tutto quello che hai, nei tempi e nei modi che qualcuno stabilisce dai piani alti.
"L'appartamento" è il film più cattivo di Billy Wilder, poche storie. Lasciata da parte la famiglia questa favola di Wilder si concentra sulla società americana e sulla condizione dell'uomo (costretto a essere stakanovista, perchè l'appartamento dove deve rientrare è ancora occupato, quindi conviene restare a lavoro) circondato come già detto da individui ipocriti e arrivisti. L'uomo qui è solo, senza famiglia, mogli, amanti (anche se gli altri credono che sei un dongiovanni). E quest'uomo da solo riesce a rialzarsi sentimentalmente, nonostante questo suo rialzarsi comporti una caduta "professionale" (il suo licenziamento).   

Il protagonista, Bud Buxter è interpretato da un Jack Lemmon in stato di grazia, quasi a confermare che la coppia Wilder-Lemmon fa miracoli. Jack Lemmon qui fa ridere, sorridere, commuovere, riflettere, una splendida marionetta con cuore e anima.
La protagonista è la sempre bella Shirley MacLain, che col suo personaggio farà addirittura sfiorare la tragedia in questa commedia dai toni impeccabili: impossibile non innamorarsi di lei, vera e propria "ragazza della porta accanto".
Il tutto viene narrato dal sempre fenomenale Billy Wilder, non c'è un difetto in questo film: dalla sceneggiatura alla fotografia al cast tutto è perfetto e sincronizzato come una bomba ad orologeria.

Attenzione però ad etichiettare questo film di Wilder come l'ennesima commedia, scavando a fondo si può trovare una profonda e attenta critica alla nostra società (di 50 anni fa o di oggi è uguale, gli ipocriti e i profittatori ci sono sempre stati e sempre ci saranno). In poche parole il genio di Wilder affonda ancora una volta i denti sulla società dove vive, studiandola e martoriandola con una classe e uno stile degni di uno dei più grandi registi del 900.

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