Dietro lo pseudonimo “Birdy” troviamo una sedicenne inglese penso onestamente di grande talento, che alcuni avranno scoperto recentemente grazie alla sua esibizione sul palco dell’Ariston e susseguente ristampa del suo disco d’esordio, album omonimo ad ogni modo recente: in un teatrino ormai bisogna dire molto triste come quello di Sanremo, la sua stella ha sicuramente brillato su tutti esibendosi con la sua cover di Bon Iver “Skinny Love”, seconda canzone del disco qui; a cui segue “People help the people”, dove la nostra intesse una bella melodia di piano, per un pezzo semplice, intriso però di tristezza, e forse anche fede laddove la razionalità non è in grado di portare conforto. Anche Il brano seguente inizia alla stesso modo, un’altra melodia azzeccatissima, con la voce che si avvale di un’effetto di eco che ne amplifica se possibile il candore, ed i testi che hanno una lieve inflessione folk e fanciullesca.
I testi nel brano seguente continuano ad evocare uno stupore drammatico e poetico; troppo per la giovane età di Birdy che infatti non è autrice dei testi (tutte cover indie). Su “I’ll never forget you” troviamo sempre qualche effetto sulla voce, mentre sul brano successivo si affacciano anche synth e tastiera, evocando un’atmosfera sognante.
“Shelter” ritorna sui passi dei primi brani, essendo però un po’ più scarna seza le percussioni e con solo il piano, ma anche possibilmente meno melodrammatica. Troviamo poi anche un pezzo scritto da Birdy, ossia “Without a word”, sempre molto piacevole, anche se magari non ispirato come altri brani del disco, o come la successiva “Terrible love”, dove troviamo una strofa che si ripete come un mantra, finchè non arriva un cambio di tempo molto bello con degli archi.
Il disco si conclude poi in bellezza con altre due cover (Mew; Smashing Pumpkins); aggiunte nella ristampa assieme altre due precedenti, di Francis and the lights e James Taylor; anche questi ottimi brani, quello di Mew uber alles, dove troviamo una bella parte strumentale sul finire.
Si tratta indubbiamente di un lavoro corale, che personalmente ho apprezzato moltissimo, anche perché fondamentalmente non conoscevo quasi nessuno degli autori coverizzati, ma soprattutto grazie alla bellissima voce di Jasmine Van den Bogaerde. Consigliabile anche soprattutto a chi ha apprezzato (mezzo mondo più o meno) autori come Adele, e un po' meno Emeli Sandè perchè troppo radiofonica.
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