Diciamocelo chiaro e tondo: la generazione di cantanti e musicisti nati negli anni '90 in questo periodo non sta certo brillando per la qualità della musica proposta, anzi, tra Justin Bieber, One Direction, Rihanna e compagnia "bella" c'è solo l'imbarazzo della scelta nel decretare quale "artista" propinatoci dalle case discografiche sia peggio. Esistono però delle eccezioni che, per fortuna, riescono ad accendere qualche barlume di speranza e un minimo di fiducia nelle nuove leve del panorama musicale. Jasmine van den Bogaerde, in arte Birdy, è una di queste: classe 1996, la ragazza si è fatta meritatamente notare un paio di anni fa con il suo debutto omonimo contenente quasi esclusivamente cover, tra le quali spiccava un'interpretazione di "Skinny Love" di Bon Iver inaspettatamente matura per una quindicenne. Però un intero album fatto di sole reinterpretazioni (peraltro ben scelte e tutt'altro che banali), pur piacevole, di sicuro non era sufficiente a chiarire se la ragazza in questione avesse del concreto potenziale artistico, perché una può anche avere la voce più bella di questo pianeta, ma può benissimo sprecarla per canzonette insipide e atte solo a far soldi (vedi: Mariah Carey).
Fa piacere dunque constatare che Birdy di capacità artistiche ne ha eccome: pur presentando qualche sbavatura dovuta forse alla giovane età della cantante, il quadro dipinto dagli undici (quindici nell'edizione deluxe) brani inediti di "Fire Within" è decisamente riuscito e ben incoraggiante per il futuro di questa ragazza. Nonostante abbia solo diciassette anni, Jasmine è infatti un'interprete incredibilmente intensa e "adulta", capace di tingere di colori vividi ogni tappeto sonoro cucitole addosso, senza eccedere in virtuosismi fini a se stessi e di elevarsi diverse spanne sopra tutti suoi coetanei. Ma Birdy non è solo una voce, è anche un'ancora un po' acerba, ma comunque brava compositrice e autrice indie-pop capace di catturare l'ascoltatore sia con ottime ballate piano-voce ("No Angel", "Shine", "Strange Birds" e la splendida "Home"), sia con pezzi dal piglio più pop, ma comunque gradevoli (il singolo "Wings", "Heart of Gold"); non male infine gli episodi dominati dalla chitarra acustica ("All About You", "Words as Weapons", "Maybe"), in cui si fa sentire qualche piacevole reminiscenza indie-folk. Nulla di particolarmente originale, questo va detto, ma tutto curato nei particolari e proposto con la giusta onestà e voglia di fare.
Birdy è insomma una bella rivelazione, a mio parere, insieme a Diane Birch, una delle migliori giovani leve a essersi fatte strada in campo musicale negli ultimi anni. Intendiamoci, non ci troviamo di fronte a una nuova Kate Bush (e temo che un debutto come "The Kick Inside" rimarrà, ahimè, ancora a lungo ineguagliato), ma in un panorama pop decadente come quello odierno trovare anche solo una gradevole ventata d'aria fresca come questa non può che far piacere!
Voto: 3,5
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