La musica black metal, è una corrente estrema della grande vastità musicale metal. Una musica violenta e glaciale caratterizzata da riferimenti verso la misantropia, il nichilismo, il satanismo, il nazismo, l'anticristianesimo e la valorizzazione della cultura pagana.

Abbiamo letto di artisti black metal che si spararono in bocca, altri che bruciarono le chiese, altri ancora che profanarono le tombe, e via discorrendo, insomma dei veri e propri profeti di quello che volevano dimostrare. Ma sappiamo tutti che ci sono artisti che di black metal stile hanno solo quello della musica, e non della vita, e che quindi anche se ciò che rappresentatno è volutamente anticonforme al buon costume e alla morale (impartita tra l'altro dalla religione cattolica) sono in realtà persone assolutamente comuni.
Abbiamo quindi una bellissima musica underground che si impegna a rappresentare l'avversità verso la scuola di pensiero cristiana, portatrice di odio e violenza e dogma invincibile oscurantista della libera attività ermeneutica; una musica suonata da gente satanista, anticristiana ma dunque anche gente laica o atea. Se l'odio e il disprezzo rappresentato, è fatto così chiaro, penso io, chissà come dev'esser fatto bene da chi nel ripudiare il cristianesimo ha ragione esistenziale. Cerco quindi band black metal conficcate nel culo del mondo, tipo Afghani col face painting che suonano imbottiti di tritolo, ma non riesco a spingermi più in là dell'Israele.

Ecco qui, ho scovato una band di melodic black metal israeliano, si chiama "Bishop Of Hexen". Nel 1997 producono: "Archives of an Enchanted Philosophy" e nel 2006 "The Nightmare Composition" da me ascoltato e qui recensito. La musica è melodica, ma affronta sonorità oscure e notturne avvolte da tratti orchestrali e sinfonici. Già dall'intro "Unveil The Curtain Sanity" si scopre la presenza di una tastiera delicata, quella di Dimrost, in grado di disegnare quelle venature dolci tipiche di un Black Teatrale, attuo quasi alla rappresentazione di una melodia tipica da film mistico\horror, ancora più evidente con l'effetto di tuoni in sottofondo e soprattutto con la voce di Lord Koder, che varia tra growl, clean e i ruvidi lamenti macabri.
Già in "Eyes Gaze To A Future Foreseen" abbiamo una dimostrazione di quello che vogliono suonare, musica nera veloce potente e violenta, alternata da momenti sprezzanti di velocità ad altri di tecnica e giochi melodici, ottima la dimestichezza del prof Prof. Van: Helsing alla batteria e soprattutto di Ariel alla chitarra. Suoni di cancelli che si aprono, e di donne che strillano, scale impolverate, la tastiera e il chorus aiutano a sviluppare quel clima gelido e dolcemente melodico tipico di un castello innondato dal mistero.

La cosa che si avvince di più dall'ascolto di questa band è la spontaneità nel cambiare le atmosfere senza dar troppo nell'occhio, si alternano momenti di pura melodia godibile ad altri di vera potenza oscura, e il tutto è ben fatto, condito da fantastici riff degni di nota. Le tastiere fanno effetti operistici, dai violini ai flauti e clavicembali, e la voce screziata e informe calza bene all'interno di essi. A Serpentine Crave, mantiene una linea quasi gotica, la batteria schizza aggressiva ma chitarra e tastiera disegnano un ambiente lento e angosciante, in cui un'ottima voce contribuisce a diffondere il panico dell'occulto, il tempo cambia spesso con stacchetti e giochetti tecnici molto fini a se stessi, e ad un certo punto una moltitudo di voci mostruose si interseca rendendo l'aria più fantasmagorica possibile. "Dreaming By Nightmares", è un intervallo lento e mistico, misterioso e invocatore, lieve e sopseso tra un rilassamento totale e una imminente paura.

"Self Loathing Orchestration" è cattiva e carica, molto pomposa perchè sempre e continuamente accompagnata da sfondi operistici che seguono le linee più estreme della batteria e chitarra, mentre "Spiritual Soul Sunset", molto più tecnica e deprimente, impartisce una potenza mortuaria all'interno di sinfonie melodiche "The Somber Grounds Of Truth" incomincia molto misteriosa, rendendo l'idea di un circo o di un parco divertimenti infestato da anime dannate, e presto growl e chitarra renderanno l'idea molto meglio. Segue "Stride The Corridors Of One's Mind" forse un pò troppo arrangiata e "Velvet Demise" con molti canoni tipici del Death Metal. Conclude Dreaming Dementia con una voce torturata che poeticamente incute un dolce timore accompagnato da melodie lente e melodiche.

Insomma, un più che decente album di Melodic Black Metal, caratterizzato dal fatto di essere molto "recitato", quasi "Teatrale" direi e da un'accentuato uso (forse è un piccolo difetto) di arrangiamenti classici operistici. Tra i Difetti maggiori il fatto che non contiene assoloni da ascoltare assolutamente, ma ha un qualcosa di speciale in se stesso, qualcosa non di "originale" ma di "Particolare" che merita più di un ascolto.

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