Ritchie Blackmore, grande interprete dei Deep Purple e Rainbow, nonchè inventore dell'assolo più famoso del mondo (quello di "smoke on the water") insieme alla sua compagna cantante Candice Night traccia il quinto capitolo di una fantastica saga epica, realizzando uno spettacolare album di musica rock-medioevale folk moderno ricco di venature e influenze orientali.

Scordatevi per un attimo Ritchie rocchettaro ribelle, "The Village Lanterne", è composto da 14 tracce (o 16 se si dispone dell'edizione limitata) di ottima musica menestrellare, barocca e festaiola. Non ho avuto ancora l'occasione di ascoltare i precedenti dischi, ma a quanto pare in quest'ultimo capitolo prevale la chitarra elettrica e quindi sono presenti dei fantastici assoli, per questo album campione di espressività, ricco di sentimenti alternati da trasmettere, che piacerà sia agli appassionati di Blackmore che agli appassionati di musica medioevale\folk in generale.
Un'ottima oretta da passare in aria mistica, tra le danze pirate in mezzo alle corti, tra cornamuse, nacchere, tamburelli, flauti e chitarrelle. Da non perdere "25 years", una canzone delicata e fatata, in cui Candice Night incanta tutti con la sua voce teatrale e mistica, per poi passare alla title track, molto melodica e malinconica, dolce e vitrea, triste ed epica, risultato di una rielaborazione sonora di un pezzo di musica folk balcanica, che un fan regalò alla singer durante il tour in Ucraina.

Si alternano emozioni, e all'improvviso si passa a pezzi più forti e rock, come in "I Guess it Doesn't Matter Anymore", dal ritmo azzeccato per poi seguire con "The Messenger", pezzo lento evocativo e strumentale di varie tecniche con cui Ritchie introduce "World Of Stone", una canzone su Giovanna D'Arco, dall'aria epica e notturna. La stupenda “Faerie Queen” incomincia con il cantato volteggiante di Night che si muove leggero su una base dolce e tranquilla che piano piano si trasforma in un motivetto allegro festaiolo e danzereccio in cui Ritchie contribuisce con degli assoli di chitarra pizzicata veramente mostruosi che ricordano certe caratteristiche del flamenco.
Dal pop e dal rock mediovale si passa al vero pezzo rock folk, con "St. Teresa" (da Joan Osborne) un pezzo energico e dinamico con una parte strumentale di puro hard rock in versione folcloristica. Poi un breve intervallo rilassante dal nome "Village Dance" prepara l'ascoltatore a un impatto sonoro tremendo, a un evento raro e unico nella storia della musica, la ormai storica "Child In Time" canzone indimenticabile sotto tutti i punti di vista, coverizzata in versione medioevale, anticipata da una melodia festosa che è tutto un programma. La parte strumentale iniziale disegna danze, giochi e tanta allegria che sfocia per magia nell'accordo iniziale di una delle mie canzoni preferite in assoluto.

È poi il turno di "Streets of London", spettacolare cover di Ralph Mc Tell con un delizioso flauto, mentre Just "Call My Name" (che ha la ritmica più graffiante e rock di tutto l'album) delizia l'ascolto con un ottimo ritornello melodico. Aria di festa con la magnifica "Olde Mill Inn", sembra essere suonata\cantata in una taverna, dove tutti ballano brindando col calice. Ancora cover, questa volta "Street Of Dream", famosa canzone dei Raimbow, in cui gli strumenti più morbidi e la grazie di Candice Night fanno sembrare tutto più delicato e prezioso. A concludere in bellezza, la fantastica "Ones in a Garden", rilassantissima. Ma non è solo questo.
"Village Lanterne" secondo me difficilmente non piace, e a prescindere dalle sonorità veramente godibili, l'album di per sè è un'opera, e come tale va compresa, analizzando e leggendo le traduzioni delle canzoni vi accorgerete di quanta magia ci sia, da Sigfrido a Giovanna D'arco, dalle fate alla legenda del fantasma di Mary, fino anche a Don Chisciotte.

Mettiamo da parte la dura roccia anticonformista e ribelle, riponiamo il metallo e i suoi derivati, con questo Rock Rinascimentale, che altro non è che la rappresentazione di un mondo fantastico accessibile con e grazie alla fantasia, possiamo raggiungere e provareemozioni che fino ad ora neanche la musica più estrema sia mai riuscita a fare.

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