GLI ALBUM DEL GIRETTO #1

Di tanto in tanto, quando ho tempo (e voglia), lascio le mura di casa e vado a farmi una passeggiata in un lembo della sterminata campagna della mia regione. Personalmente, trovo che uno dei migliori modi per godersi un album con un'esperienza immersiva sia proprio quello di ascoltarlo mentre si cammina un passo dopo l'altro in mezzo alla natura da un lato, al nulla senza limiti dall'altro. È così che mi è venuta l'idea balzana di dare il la a una serie, gli album del giretto: le opere o presunte tali con cui mi trastullo mentre cerco di contenere l'espansione del prolasso addominale.

Fatta questa doverosa premessa, che porterà un certo bot a parlare di parodia di una recensione, mi accingo a parlare dell'album di oggi. I I è, per l'appunto, il secondo full-length dei Blood Abscission. Scarsissime le informazioni sul progetto in rete: non è noto nemmeno il suo paese di origine, ma pare si tratti di una one-man band, il che rende questo lavoro ancora più notevole.

Ma cos'è questo I I? Nient'altro che Black metal atmosferico di pregevole fattura. I Blood Abscission non hanno pretese di inventarsi un genere di sana pianta, non hanno chissà quali velleità sperimentali: il loro intento è suonare e proporre ottima musica, e ci riescono indubbiamente bene. Neppure le canzoni hanno un vero titolo: a presentare l'opera è I I - I, mastodontico pezzo di 12 minuti che sembra due tracce in una e che stabilisce le coordinate di quanto segue, con quella linea aspramente melodica che assomiglia a un gelido soffio di vento tra le cime degli alberi e mai abbandona l'ascoltatore. Il passaggio al termine del brano mi ha ricordato Nattens Madrigal degli Ulver. Si prosegue sulle note di un Black metal atmosferico e melodico che mi fa pensare ai maestri Blut Aus Nord e ad altri campioni del Black metal naturalista come i Forhist, con qualche accenno Depressive qua e là. IV è un lungo preludio surreale e ipnotico a V, che a 5:40 presenta un cambio di ritmo stordente che porta al vortice d'anime finale, alla voce di una donna che ci fa sentire spettatori di un rito in un'ascosa catacomba.

Un degno seguito del valido I, che non eccelle certo in originalità, ma sarà balsamo per le orecchie di chi vuole un album (Black) metal finemente cesellato.

Camminare fa bene al cuore, alla testa e ai polmoni, come una tazza di buon the bianco... e chi cazzo l'ha mai bevuto il the bianco?

Alla prossima.

Carico i commenti...  con calma