Questo è l’unico testamento sonoro di Bob Carpenter, cantautore canadese, appartenuto all’underground musicale, morto nel 1995 a causa di un tumore al cervello. Il disco fu registrato tra il 1971 e il 1974 (anno di pubblicazione). La recording session avvenne tra Toronto e Los Angeles, impegnando un esiguo numero di musicisti, fra i quali una giovane Emmylou Harris (allora moglie di Carpenter), alle backing vocals. Ne uscì un disco di cantautorato americano in salsa folk.
La pubblicazione di Silent Passage (prodotto dalla Warner Bros Records), rappresentò il tallone d’Achille per l’autore stesso. Malgrado, infatti, l’indiscussa qualità musicale che accreditava l’opera, il disco non ebbe lo stesso successo dei rispettivi lavori prodotti dai “mostri sacri” dell’epoca come Bob Dylan, Cat Stevens o Neil Young, cosicché Silent Passage fu ineluttabilmente destinato ai soli cultori della musica di nicchia.
Eppure c’è tanta “carne al fuoco”. Senza esagerare, la title- track è una piccola perla celata tra gl’inni dei cantastorie made in 70, e la seguente ballad First Light (posta subito dopo la “rockeggiante” Old Friends), si rivela anch’essa poetica e intimista, ma con un arrangiamento più magro (organo e trio d’archi). Il lato B (per chi ha il vinile), confessa spudoratamente che il disco è stato registrato nel corso di un triennio: sebbene l’audio non indichi un netto sbalzo sonoro, la voce di Bob (più disinvolta e matura rispetto ai precedenti brani), diventa fatalmente l’indizio rivelatore di tutto ciò. Si tratta però di un’ingenuità che non grava sul giudizio finale. A tale proposito, rimangono irresistibili, Gypsy Boy (con le sue parti armoniche dal retrogusto celtico) e Now and Then, mite ballata acustica, abbellita dal blando e semipercettibile tocco del piano elettrico.
Il fiasco commerciale di Silent Passage, convinse Carpenter ad archiviare per sempre il suo progetto musicale. Divenne monaco buddista per il resto dei suoi giorni. Col tempo però, il suo unico lavoro fu rivalutato. Il mercato enumerò una nuova ristampa del disco già nel 1984. Crebbero i consensi, anche se l’opera non fu mai analizzata dal grande pubblico. Oggi, a distanza di tanti anni, Silent Passage continua ad essere considerato un patrimonio della musica underground e una sublime testimonianza del rango più alto della canzone d’autore.
Federico “Dragonstar” Passarella.
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