Irlanda, terra di gnomi e folletti, di santi e profughi, dai grandi cieli e dalle verdi distese. È qui che mi conducono le vivaci note della fisarmonica, gli stridii del violino, il suono allegro dei flauti, che fluiscono assieme e plasmano una melodia organica, e assai piacevole.
È folk. Musica popolare. Da ballare. Folk condito da tonalità ''irish''.

Pezzi acustici, coinvolgenti, con la chitarra che accompagna gli strumenti: qualche accordo, qualche arpeggio; poca chitarra elettrica, giusto a sprazzi, troppa rovinerebbe la materia. Alla musica si sposa una voce calda, a tratti anche ruvida, che non sfoggia chissà quali doti canore, perché è semplicemente armonia; l'avvicendarsi di arpeggi, ballate malinconiche e brani energici finisce col prenderti, in un modo o nell'altro.

Mi ricordo che da bambino, quando mi propinavano un simile ''piatto musicale'', storcevo il naso:  "E chi sarebbe Geldof ?". Tempo qualche anno, presi la cassetta e la infilai spontaneamente nello stereo. Magia. Batti un piede, batti l'altro, mi riscoprii a canticchiare i ritornelli delle canzoni.

Facciamo così: voi ascoltatelo, io dico che vi piacerà. Chi perde la scommessa offre una birra.
Birra irlandese, naturalmente.

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