Bob Mould è stato il co-writer co-singer e co-leader dei fenomenali Husker Du, band post-punk anni 80 di Minneapolis. Oggi Bob Mould è un signore rossiccio che va definitivamente sbiancando, il ché è visibile dalla barba poiché la capigliatura s'è diradata fino alla desertificazione; è un dj nella sua nuova città, Washington... Un uomo che ha fatto la pace con se stesso, accettando la sua identità e scacciando (definitivamente?) i suoi personal demons. Ma soprattutto, un immenso ed esemplare artigiano del rock, oltreché un ardito ingegnere del suono. In questo lavoro, datato 2005, anche un "geometra" della "Body Of Song".
Non c'è che dire: l'iniziale "Circles" è definitivamente la grande canzone rock cadenzata che vi strapperà le viscere, con quella sua inimitabile voce straziata, più graffiante delle stesse chitarre. "(Shine Your) Light Love Hope" è un esperimento vocale rock-dance. La particolare inclinazione della sua voce a suonare metallica, robotica, quasi "filtrata naturalmente", probabilmente dovuta a qualcosa che avrà ingerito da piccolo (magari un colino), unitamente ad una grande modulabilità della stessa, lo rendono capace di note molto allungate e veloci vocalizzi. Il tutto ulteriormente esasperato usando un po' della tecnica di manipolazione vocale che fece la parte del leone nel precedente disco "Modulate" del 2002 (un disco, si potrebbe dire, à la Eiffel 65). Il testo è solo una quartina di versi ripetuta all'infinito sul una bella ritmica che diventa saltellante sul finale.
"Paralized" si muove su chitarre taglienti che mai salgono di volume, lasciando lo spazio ad una batteria violenta ed alla sua grande voce; splendido il giro di note di tastiera alla fine di ogni ritornello. "I Am Vision I Am Sound" è un ottimo brano basato sui pieni e sui vuoti di un riff solo. Tarda a partire, perché a Bob piace fare salire il ritmo, prima di muoversi. Densissima tra prima e seconda strofa, satura. Poi scarna nella seconda strofa; quindi si rifarcisce per poi ricarnificarsi... Un fottuto gioco di chitarrazze in gran forma. Quei cori che salgono, ed i suoi sussegguenti acutacci: una bolgia... Ed eccoci ad "Underneath Days", dalla linea di basso incessantemente profonda e dalle chitarre affilate manco fosse arrivato l'arrotino. Ancora questa voce acidula e metallica, che se ti canta vicino può venirti il tetano. Si concede numerose eco in questa ma in quasi tutto il disco, e canta e controcanta dappertutto, forse anche dove non ce ne accorgiamo. L'impressione è che tutta la musica sia stata poco prodotta ed elaborata, al contrario della voce, unico strumento da tormentare. Questa impressione svanisce subito nella seguente "Always Tomorrow" in cui le chitarre, le tastiere, gli effetti ventosi sono molto "deviati" mentre la voce va sincera, concedendosi solo un'eco. Quando canta le sue ballads invernali decide di far sì che la sua voce suoni confidenziale e sincera, senza elaborarla/contraffarla per non elaborare/contraffare i sentimenti che va descrivendo.
Un pianoforte di una nota piovosa, il Mould in tonalità bassa del brano precedente. Un basso che "incoraggia" Bob a confidarsi. Chitarre-pelouches da abbracciare piuttosto che cani feroci da scagliare contro l'etere. Solo di violoncello che sgorga come lacrime non troppo salate, che accompagnerà placido, fino allo straziante finale, Bob ed una chitarra che invece non riuscirà a trattenersi. "Best Thing" è molto più vicina alle canzoni fragorose degli Husker Du. La vena autodistruttiva (e la impurità del suono) però manca a questo brano, per esser pienamente riconducibile a quella "Body Of Song" lì. Ma Bob ha voglia di costruire (anche perché dopo "Zen Arcade" si sono sfasciati in due pure i granelli di sabbia), e non c'è alcunché di male, in ciò. La facilità compositiva di quest'uomo crea "High Fidelity" che diventa un'apoteosi "natalizia" di campane ed organi sopra a chitarre elettriche arpeggianti e pazienti. Che gusto, che ha Bob! "Missing You" è un'altra punk song d'amore, dalle tinte un po' più allegre di "Best Thing". Occhio: quando dico punk sentimentale non intendo certo gli Ataris! "Gauze Of Friendship" è un episodio meditativo non ispiratissimo, ma da rimarcare è la sapienza con cui Bob mette tutta la sua voce e la sua capacità interpretativa. Sagace anche nell'impostare un finale schitarrato ed elettrificato, per allungare il fiato del brano. L'ultima nota di quel solo, poi, vale l'intero pezzo.
L'aria s'appesantisce in "Beating Heart The Prize", con un basso quasi grunge (qualcuno da qualche parte ha scritto che Kobain non ha inventato un cazzo, e non è l'unico a pensarla così). Bello il lavoro di chitarre echeggianti che lanciano note e rumori come un led lancia a singhiozzo la sua luce rossa. Ma è la melodia, semplice e dalle note allungate, a sorprendere per come ti emoziona e per come ti lascia con quella sensazione di tensione, di essere al centro di una tempesta magnetica. La song ed il disco terminano con una cavalcata di chitarra così sorda che sembra suonata da uno che abita nell'appartamento a fianco dello studio di registrazione dell'album. Poi riascolti il brano e scopri che c'è sempre stata, un fiume sotterraneo agitatissimo.
Fatevi questo disco se amate gli Husker Du. E se non amate gli Husker Du, fatevi questo disco sempre e comunque. E tenetelo caro, come sto facendo io: un giorno o l'altro potremmo paradossalmente dimenticare cosa sia un disco rock.
Elenco tracce testi e video
03 Paralyzed (03:54)
An obvous display of feelings that have dissipated
And I don't have a clue where to start
You wouldn't let me near you, so I settled for the fear that
You'd be happy with me six feet in the ground
I will crash when your mood defeats me
Circle of trash swirls around beneath me
I feel paralyzed most every time you come around to meet me
Stuck in a place that I don't remember
Was it Sunday or last November
I feel paralyzed most every time you come around to meet me
Emotions vaporize, they disappear before my eyes
I wish for things that sadly have come true
So if I tried to make it right, and if I found my appetite
I'd eat away at all the pain I seem to bring to you
11 Gauze of Friendship (05:30)
You think you love him / or someone like him
He reminds you of a boy you dated once or twice
Just about the same size / just about the same eyes
The only difference being the cadence in his voice
So much in common / woven out of cotton
Or silky like the spider's web, so fragile in the wind
The chains that bind us / serving to remind us
Anchors hold the ships at bay when high tides rush in
Maybe a tattoo, or a name laid in the tile
I guess you think he's staying for a while
Something to remember, a faint and distant smile
I guess you plan on staying for a while
It's kind of frantic / we all long to be romantic
You try to give yourself away and hope he never leaves
But nothing matters / when heart goes pitter patter
No sense of unconditional, it's me who you deceive
A window with a view of present, past and future
Wrapped in the gauze of friendship anew
And mothers without fathers to help install the cupboards
Wrapped in the gauze of friendship anew
It's kind of funny / today it might turn sunny
The birds are coming back from winter flights away
And if you miss them / I'll be sure to wish them
A welcome back from both of us
And hope that they might stay
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