Ritorno a Nashville.

Poco più di un anno fa Bonnie “Prince” Billy, alias Will Oldham cantante e chitarrista di Louisville, pubblicava “Master And Everyone”, a mio parere uno dei dischi più belli ed emozionanti del 2003. Per questa ragione, non appena ho visto questo suo nuovo lavoro l’ho preso senza pensarci due volte, nonostante possa essere considerato una sorta di “the best of…”, per i quali generalmente non nutro particolari simpatie. “Greatest Palace Music” (Domino Records – 2004), difatti, è una raccolta di alcune delle canzoni più celebri dei Palace, gruppo folk-country fondato da Oldham agli inizi degli anni ’90. Le canzoni, scelte dopo un sondaggio tra i fan del gruppo, sono state sottoposte a nuovi arrangiamenti, rielaborate e reinterpretate da Will Oldham, che ha coinvolto nella produzione del disco Mark Nevers dei Lambchop, già presente in questa veste in “Masters And Everyone”. Non una semplice antologia dunque, ma una rilettura della storia musicale dei Palace.

Nonostante queste interessanti premesse, vi confesso che il disco inizialmente mi ha lasciato un po’ interdetto. Non mi aspettavo di trovare in queste canzoni un’atmosfera così serena, in evidente controtendenza rispetto alle recenti produzioni di Will Oldham, indubbiamente più introspettive, cupe e amare. Anche la voce di Oldham è pulita, pacata, meno dolorosa che in passato. In effetti, pensandoci a posteriori, i luminosi colori della copertina potevano rappresentare un avvertimento in merito. Inoltre, a dispetto della semplicità e del minimalismo di altri lavori di Oldham, mi ha sorpreso la ricchezza degli arrangiamenti e degli strumenti presenti nel disco, che si distende tra pianoforte, violino, chitarra acustica, elettrica e steel, mandolino, fiati, cori e duetti vocali.
Sorpreso sì, quindi, ma non deluso. Infatti, una volta superati i primi superficiali ascolti e dimenticate del tutto le mie aspettative, sono riuscito ad apprezzare l’insieme di questo lavoro. Un disco di folk country americano dolcemente scorrevole, forse non entusiasmante e troppo tradizionale, ma spontaneo, onesto, ben fatto, curato, limpido, che presenta alcune piccole e deliziose gemme come il duetto vocale con Marty Slayton in “Agnes, Queen Of Sorrow” o l’emozionante crescendo finale di “No More Workhorse Blues” insieme a David Berman o ancora la delicatezza strumentale di “Gulf Shores”.

Non male insomma, ma solo se amate il country folk classico e le atmosfere di Nashville, altrimenti lasciate perdere. Quattro stelle arrotondate per eccesso.

Elenco tracce e video

01   New Partner (04:31)

02   Ohio River Boat Song (02:54)

03   Gulf Shores (03:54)

04   You Will Miss Me When I Burn (04:08)

05   The Brute Choir (03:41)

06   I Send My Love to You (02:28)

07   More Brother Rides (03:04)

08   Agnes, Queen of Sorrow (03:13)

09   Viva Ultra (03:56)

10   Pushkin (04:01)

11   Horses (03:45)

12   Riding (03:42)

13   West Palm Beach (04:03)

14   No More Workhorse Blues (02:56)

15   I Am a Cinematographer (07:44)

16   [untitled] (00:04)

Carico i commenti...  con calma