Pensavo di introdurre questa recensione scrivendo a proposito dell'incontro tra due mondi; di come due artisti apparentemente lontani possano amalgamare le loro visioni artistiche e produrre bei brani.

Ma nel caso di Tim Booth e di Angelo Badalamenti, non si può affatto applicare -a mio parere- il suddetto ragionamento; quei mondi non sono affatto distanti.

In primis, bisogna evidenziare il fatto che le personalità coinvolte nel progetto furono ben quattro.

Tim Booth e Angelo Badalamenti ne parlarono per anni dell'eventualità di lavorare insieme (dagli inizi degli anni novanta circa, quando Booth ne manifestò l'intenzione a seguito dell'ascolto di Floating Into The Night).

Al termine dei rispettivi impedimenti, iniziarono finalmente a concepire il disco. Tim sapeva che Bernard Butler non faceva più parte dei Suede, e lo convinse a unirsi. Poi c'è -seppur per una piccola partecipazione- l'immancabile Brian Eno, che in quegli anni produceva anche gli album dei James, tra le altre cose. Fu proprio Eno a sviluppare all'interno della band quell'idea di sperimentazione sonora che venne maggiormente evidenziata in Wah Wah. Quindi, probabilmente, l'influenza del produttore spinse Booth verso quel sentiero.

I testi del leader dei James che troverete in questo album non sono tra i migliori della sua carriera; sono tra i migliori della storia. Le atmosfere che Badalamenti crea calzano a pennello con le atmosfere che Tim Booth descrive con l'innata passione che lo ha sempre contraddistinto.

Trattare la spiritualità e non la dogmatica religiosità a tutti i costi; questo Tim sa come farlo nella stesura dei suoi pezzi. Sin da God Only Knows, passando per Seven, si tasta la sensibilità che egli possiede per quanto riguarda l'argomento. In I Believe viene emancipata una libertà di espressione fuori dagli schemi dottrinali

You tie me up with words

...

I believe that someone's watching over me

Il lato più suadente e romantico risiede nella disperata Fall In Love With Me, che molti cantautori sognerebbero la notte di poter scrivere.

Alla fine di tutto ciò, l'ex chitarra dei Suede propose al cantante di formare un nuovo gruppo, ma egli non poté aderire. Aveva promesso al resto dei James che sarebbe tornato. Fu una bella parentesi.

I suoni sono un parco divertimenti e le parole sono dei bambini che all'interno dello stesso giocano e crescono; mutano in adulti e terminano il giro della giostra.

Queste undici perle scorreranno e verranno riprodotte dal principio proprio come quella giostra, ne sono sicuro; lo consiglio nella sua interezza questo Booth And The Bad Angel.

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