Sulle scie della furia gelida e oscura dell'ulveriano "Nattens Madrigal", nel 1996 il geniale Garm, al secolo Kristoffer Rygg, circondandosi di una mirabile ensemble di musicisti di calibro che non ha voto disponibile in una scala umana - tanto per fare un paio di nomi, Øystein Garnes Brun e Ivar Bjørnson - per la realizzazione di un progetto fenomenale a nome Borknagar, nome derivante da un'antica leggenda celtica.

Quello che la Malicious Records si trovò tra le mani per mezzo di questi ragazzi era qualcosa di veramente incredibile: l'omonima release conteneva tutti gli elementi di un vero capolavoro black-viking, con prevalenza del primo carattere. Gelido ai limiti dell'inverosimile, violento e acido senza togliere il posto alla tecnica che i vari Grim ed Inferno non si stancano di infondere alla loro creatura, atmosferico - i pezzi strumentali designati a tale fine potrebbero suonare quasi come folk-viking, e a parte un paio leggermente sottotono, la intro e la outro, le quasi-gemelle realizzate da Bjørnson ("Tanker Mot Tind - Kvelding" e "Tanker... - Gryning") brillano di luce propria, senza essere eclissate dai masterpieces vocali di Garm ("Vintervredets Sjelesagn", "Svartskogs Gilde").

Ogni canzone in questo CD sembra provenire da una sua propria, singola stasi esistenziale: l'apertura tiratissima e non meno ragionata di "Vintervredets...", uno degli emblemi black del disco, che contiene tra l'altro una delle impronte più caratteristiche del combo, vale a dire i cori maschili profondi e nebulosi, viene seguita dal pezzo strumentale già citato che fa da introduzione alla sequenza principale del disco. Scorrendo avanti non si può non restare estasiati di fronte al capolavoro di "Svartskogs...", in cui, oltre alla voce di Garm ed alla perfetta sintesi melodica di chitarra e batteria, non si può fare a meno di rimanere ammirati dalla seconda chitarra, in un paio di frangenti quasi sinfonici davvero da brividi...

Scorre piacevole "Ved Steigard" con i suoi stridii di gabbiani, e "Krigsstev", ottima ensemble di voce e strumentazione più piena e pomposa. Si arriva all'altro capolavoro, "Dauden", che a prima vista potrebbe risultare una classica tirata black, con voce tirata fino all'inverosimile e strumenti che si limitano a fare il loro lavoro seguendola, finché non ci si ritrova immersi nell'agghiacciante canto gregoriano di Garm, il quale replica con un'altro passaggio in voce pulita sul finale. Altra sfuriata black in "Grimskalle Trell", in cui occhieggia anche la tastiera di Infernus, in più di un momento, in cui sembra alleggerire l'insostenibile tensione creata dalla voce di Rygg. Ed è solo il preludio di una fenomenale chiusura, un urlo glaciale nel buio e nella nebbia... Altra pausa di alleggerimento con "Nord Naagauk", un'alba grigia e fredda sul fiordo semi-congelato di Bergen.

Finale memorabile con "Fandens Allheim", che quasi riprende il "dialogo" che i cinque avevano iniziato in "Grimskalle Trell", e tira fino all'ultima nota ad una velocità e cattiveria tali da costringere con il fiato sospeso, aspettandosi da un momento all'altro acqua gelida colare lungo la schiena, e "Tanker... - Gryning", in cui albeggia nuovamente, e stavolta davvero, con le fantastiche strutture create dalla chitarra e la tastiera di Infernus.

Elenco tracce e samples

01   Vintervredets sjelesagn (06:44)

02   Tanker mot tind (Kvelding) (03:29)

03   Svartskogs gilde (05:52)

04   Ved steingard (02:13)

05   Krigsstev (02:03)

06   Dauden (05:48)

07   Grimskalle trell (05:38)

08   Nord naagauk (03:06)

09   Fandens allheim (06:19)

10   Tanker mot tind (Gryning) (02:56)

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