Il disco si apre sulle note di “On Life's Highway”, Gospel degli anni '20 scritto da Betrand Brown ed inserito come apertura e chiusura dell'album per volere di Jesse Lacey, frontman del gruppo.

Una voce femminile ci culla per poco più di un minuto delicato ed intenso

Far away from any road

Roams my heart in solitude

Per un attimo acconsentiamo a farci cullare con il nostro benestare. Sappiamo bene, però, che quest'aura di pace e malinconica tranquillità non è destinata a durare.

Di un'aggressività e ferocia inaspettata, “Vices” irrompe violentemente dando ufficialmente inizio all'album e confermando quell'approccio di distacco dalla fede già anticipato in “Jesus” (si veda “The Devil And God Are Raging Inside Me”) e che verrà ripreso nel disco (“Noro”)

Dei Brand New si può dire quel che si vuole. Che non siano particolarmente originali è lì da vedere (il titolo del secondo album “Dejà Entendù”, già sentito, mi pare emblematico); bisogna riconoscergli, però, la volontà di non voler sempre suonare precisi uguali a sé stessi. Con questo “Daisy” non ripropongono in toto, come avrebbero invece potuto fare, l'ottimo predecessore (che io considero un vero capolavoro), ma scelgono di esplorare nuove strade, pur tenendosi saldamente aggrappati a quello che sanno suonare.

Mentre da un lato pezzi come Bed” , “At the bottom” (primo singolo estratto), “Bought a Bride” non propongono infatti nulla di nuovo, seguendo la formula tipicamente Brand New del terzo album (ciò non significa che siano privi di interesse), altri momenti dell'album colpiscono per sperimentazione e coraggio. Esempio lampante è “Be Gone”, blues acido sostenuto da un incedere di percussioni meccanico e uno stile vocale semplicemente spiazzante. Non si potrebbe essere più lontani da certi ritornelli easy listening ai quali ci avevano abituato. Altro pezzo che ho particolarmente apprezzato è la title-track, “Daisy”, canzone nello stile e dalla poetica della band che procede nella sua prima metà poggiando su una batteria elettronica, intramezzato da una voce di bambina. È però secondo me nella chiusura che troviamo la vera perla del disco. Noro” parte in sordina, la voce di Lacey tesa al massimo

Little light, lead us through the night

And if we die, burn the forest.

...per poi in un crescendo di desolata ed inesorabile malinconia. Uno dei picchi emotivi dell'album senza nessun dubbio, con la voce del frontman che torna ad esorcizzare i suoi demoni.

I'm on my way to hell.

Fino a concludere il disco così come era cominciato, lasciando alle spalle tutte le frustrazioni.

Mettiamo in chiaro che “Daisy”, purtroppo, non raggiunge per me i livelli del suo predecessore.

La qualità dei brani è nettamente inferiore; pochi pezzi in questo album riescono a restituire la stessa intensità che alberga in canzoni come “Jesus” ,“Degausser” ,“Limousine”, “Handcuffs”.

Se quindi “The Devil And God Are Raging Inside Me” merita per me le 5 stelline, ne do a questo “Daisy”, pur avendolo in parte apprezzato molto, solo 3.

Nonostante ciò contino ad aspettare con fiducia l'uscita del loro prossimo lavoro, sebbene gli ultimi singoli rilasciati non mi abbiano proprio sempre entusiasmato.

Brand new, Daisy (2009): Album di buon livello, seppure il paragone con il loro capolavoro sia inevitabile. A voi decidere se ne sia all'altezza o meno. Disco consigliato.

Pezzi preferiti: Bed” “You Stole” “Be Gone” “Daisy” “Noro”

Pezzi meno preferiti: “Vices” “Sink”

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