Dopo oltre quattro anni da "Colpo Grosso Al Drago Rosso" (come al solito ridicolo titolo all'italiana) è arrivato in Italia il terzo capitolo del film "prototipo dell'americanizzazione totale di Jackie Chan" Rush Hour. Prima di recensire questa terza puntata è giusto fare un riassuntino della situazione, datosi che il pubblico italiano ha ancora enormi lacune riguardo il leggendario cinema dell'attore di Hong Kong:
Jackie Chan, dopo un inarrivabile carriera cinematografica come "fenomeno" di film d'azione e commedia, rilegata principalmente nel circuito orientale, si fece notare al grande pubblico con una produzione cinese girata in America nel 1994/95, ovvero "Rumble In The Bronx" da noi noto come "Terremoto Nel Bronx" , il film fu un vero e proprio schiaffo in faccia a tutti gli eroi di film d'azione americani; Stallone, Willis, Segal, Van Damme e tutti sti cazzoni, dovettero rimanere in silenzio di fronte alle incredibili doti di questo geniale atleta dal buffo volto. La ricetta di Chan era completamente inedita nel circuito USA: comicità fisica ispirata alle comiche del muto mescolata sapientemente all'azione spettacolare, eseguita senza l'ausilio di effetti speciali o trucchi sofisticati , e al kung fu tradizionale cinese, ovvero Buster Keaton, Bud Spencer e Terence Hill che si uniscono a Bruce Lee in un unica ricetta! GENIO! L'azione veniva svolta interamente da Jackie in persona e dal suo fidato team di stuntman super professionisti. Salti da palazzi dal vero! Lotte con carrelli della spesa e frigoriferi!, acrobazie sfrenate sugli Hovercraft! Il tutto rigorosamente VERO! Il cinema di Jackie era un prodotto genuino,artigianale, divertente, GENIALE, puro, e di una spettacolarità senza precedenti nella storia del cinema d'azione! (ma vallo a speigare agli italiani!!)
Come poteva un tale fenomeno sfuggire dalle grinfie degli americani? Ormai si sa che tutto ciò che tocca l'America, e che non gli appartiene, diventa CACCA! Era successo anche con Bruce Lee, prima di morire lo stava per prendere nel sedere dagli americani, per SOLDI stava per mandare a puttane il suo stile! E se fosse vivo anche lui oggi avrebbe fatto delle cazzate immondi come questo Rush Hour! (Il movente è sempre lo stesso, IL DOLLARO!)
Rush Hour fu infatti, nel 1998, il film che portò Jackie al successo Hollywoodiano, ma lo fece nel peggiore dei modi! Jackie era invecchiato, si rompeva le ossa facilmente, e tutti lo conoscevano come quello che si faceva male durante i suoi film! In America non si può fare, quindi: compagnie di assicurazione che impediscono acrobazie pericolose, scene di lotta accorciate fino all'osso a causa dei gusti americani che vogliono 15 minuti di battute e uno di azione! Le battute cazzute e americane messe in bocca ad una star cinese che all'epoca non parlava neanche un inglese perfetto (e la gente rideva per questo! E non per le sue fusioni del muto con le arti marziali!. Ignoranza totale!! E offesa al cinema! ovviamente la colpa è anche di Chan!! E dei suoi fottuti soldi!), esplosioni americane, sparatorie americane, umorismo americano, in un film con un protagonista che ha sempre lottato contro la spettacolarità banale degli americani per creare un prodotto più originale e puro. Insomma... Jackie Chan il cinese alternativo è diventato un fottuto americano!
Il primo Rush è inguardabile nelle scene acrobatiche! (a parte qualche chicca e la solita grazia nelle movenze), il secondo mostrava un Jackie più libero nelle coreografie (datosi che hanno girato ad Hong Kong dove Jackie ancora si può permettere qualche buon sano numero ad effetto anche senza computer) ed ora questo terzo che è.. (veniamo alla recensione):
Missione Parigi:
Stessa ricetta dei precedenti episodi, stesse situazioni, più o meno lo stesso film ma abbellito da alcune gag comiche ben riuscite e da una buona dose di adrenalina action USA, ma ripeto.. cosa c'entra Jackie Chan con l'adrenalina alla film cazzutissimo americano? Ah già... ha venduto l'anima ad Hollywood per il dio denaro!
Il primo tempo del film è divertente, ricco di battute e situazioni da ridere, anche le scene d'azione sono caratterizzate da un ottimo montaggio e grande spettacolarità del Team di Stuntman di Jackie, almeno loro danno ancora il meglio! (sempre se dietro quei caschi da motociclisti erano loro!), La seconda parte invece è estremamente forzata! Ormai il regista Brett Ratner è a corto di idee! Ne ha trovate alcune buone ma che bastavano si e no per un cortometraggio! Il prezzo del biglietto vale quindi per la divertente e ben fatta prima parte.
Jackie Chan è il fantasma di se stesso: a 53 anni non può concedersi di fare ancora acrobazie pericolose ma.. quello che Ratner fa finta di non sapere è che Chan è ancora un MAESTRO di kung fu, un mattatore della fisicità ed un ottimo giocoliere, come ha dato prova nelle scene scartate del recente "pallottole cinesi 2" (scena integrale nella libreria) o nei corpo a corpo strepitosi di "New Police Story", le abilità di un uomo non moriranno mai! Bastava fargli ingegnare un quarto d'ora di lotte coreografate con l'uso di oggetti inusuali, con gli stunt dei suoi uomini e numeri da clown acrobata in prima persona.. questo è Jackie! Non è solo quello che si butta dai palazzi! Ma Ratner non l'ha capito! Qui non c'è nessun corpo a corpo sostanzioso! Nessuna coreografia veramente ingegnosa! Vogliono presentare Jackie come un super stuntman di 53 anni! Ma non è più così! Ed il risultato è penoso! Salti finti, combattimenti computerizzati (nella salto finale con la bandiera Jackie è realizzato interamente al computer!!!!) e tante esagerazioni che rendono solo RIDICOLO un maestro che per anni è stato il portabandiera del cinema d'azione senza trucchi! Una vergogna! Nessuno in America che ha saputo sfruttare le doti di Jackie! A parte forse, come ho detto sopra, il regista di "Pallottole cinesi 2" (in cui ci fu la geniale lotta con gli ombrelli al mercato, a tempo di Gene kelly!!!!!) Chris Tucker è un simpatico interprete ma non un abile comico! Fanno ridere più le battute che gli cuciono addosso che la sua performance fisica, soprattutto per alcune mimiche facciali un po' forzate e antipatiche. Insomma.. un prodotto di intrattenimento targato USA, ci si diverte ma.. non doveva farlo Jackie Chan! Ma ormai.. è troppo tardi! I grandi miti di Hong Kong hanno finito la loro vita artistica mettendo piede in America! Come conferma Jackie Chan nell'intervista, "Lo faccio solo per soldi! I miei veri fans odiano Rush Hour" almeno ha avuto le palle di ammetterlo.
Ma a parte questo mio sermone da appassionato di Jackie consiglio a tutti la visione per farsi qualche sana risata in compagnia e divertirsi con delle buone scene d'azione. Indicato soprattutto ad un pubblico di ragazzini adolescenti che se la fanno sotto dal ridere nel vedere un nero e un cinese che se la danno a suon di battute per tutto il film.
Per quanto riguarda Jackie Chan, salvo solo il combattimento sulla torre Eiffel, che per quanto "finto", riesce ad esaltare ancora le doti atletiche del cinquantenne protagonista (che anche con i cavi di protezione riesce ancora ad esprimere una certa dinamicità nelle acrobazie).
Per gli appassionati: rivedetevi Drunken Master! Fino a fondere il vostro lettore dvd!!!
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