"Piovuta Dal Cielo" è una di quelle classiche commedie potenzialmente brillanti di fine anni '90 e contemporanee; ha in se tutti gli elementi per essere una buona storia che può divertire e spingere a porsi qualche domanda, ma purtroppo c'è sempre qualcosa che non va e alla fine resta l'amaro in bocca. E allora lo spettatore si cimenta nel classico gioco dei se e dei ma, ma se la regia fosse stata diversa, se al posto di Ben Affleck ci fosse un vero attore e non una sfinge mono espressione ecc.. Perché la storia che lo sceneggiatore Lawrence ci racconta non è banale e vede molti elementi della commedia del caso e degli equivoci protagonisti, che combinati sono sempre interessanti.
Ben (Affleck) è un giovane critico letterario di New York che tira avanti scrivendo i trafiletti per le fascette dei libri; deve spostarsi dalla sua città verso la Georgia per convogliare a nozze, il viaggio ben presto si rivela un disastro e per lo più si trova a percorrerlo con l'esuberante e inizialmente fastidiosa Sarah (Sandra Bullock); tra eventi imprevisti di ogni tipo (come il passaggio offerto da uno spacciatore di droga e lo spogliarello nel gay bar) i due avranno il tempo di riflettere sulle proprie vite e provare una attrazione reciproca.
Uno dei temi affrontati è un classico, il ruolo del caso nella vita e quanto un evento imprevisto possa condizionarla, ma qui si assiste ad una mancata esplorazione convincente di questo elemento, tutto scorre troppo veloce e quando la Bullock e Affleck s'affrontano finalmente in una discussione il film è quasi giunto alla fine, e la loro riflessione sul matrimonio e sulla gestione della propria esistenza cercando di non essere sempre troppo razionali sfugge via, un peccato. Un altro limite è quello del regista di non riuscire a sfruttare al meglio situazioni da un effetto comico potenzialmente brioso e piacevole, l'inesperienza si vede ed è un grande rimpianto perché ci sono molti punti in cui il film promette e non mantiene, e poi la risoluzione finale è forzata e fastidiosa. I limiti della regia si capiscono molto bene perché Hughes ha tra le mani un'attrice, la Bullock, che è in grado, se diretta bene, di avere un effetto travolgente nelle parti comiche più umorali e se le veniva affiancato anche un attore di ben altro spessore il risultato sarebbe stato probabilmente diverso. Su questo punto è interessante un'osservazione, Sandra Bullock è una delle attrici simbolo del cinema anni '90, ma a differenza di altre colleghe ha avuto poche possibilità di manifestare il suo talento con registi un po' più importanti di quelli con cui ha lavorato. I suoi ruoli spaziano dal comico al drammatico ma raramente esprime completamente la sua bravura, film come "Un Amore Tutto Suo" l'hanno per molto tempo relegata a ruolo di "fidanzatina d'America" che ora sembra finalmente, con le ultime prove ("The Lake House", "Infamous", "Crash"), essersi allontanato.
Alla fine una commedia leggerina troppo frettolosa, s'apprezza la verve della pimpante Bullock, Affleck ha dei limiti forti e nel confronto con un'attrice che ha molto pià carisma sparisce del tutto e rende il suo personaggio poco espressivo, il tutto è poi fortemente condizionato negativamente da una regia anonima.
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