I Brother Firetribe sono un gruppo scandinavo, per la precisione finlandese, dediti ad un hard-rock, forse la definizione AOR ci sta meglio, creati praticamente da Emppu Vuorinen, chitarrista dei Nightwish, e da Pekka Ansio Heino, un ottimo cantante. Ed appartenendo ad un nuovo filone di gruppi che ricalcano le melodie hard Rock, creano un album davvero spettacolare che non per nulla vuole ricalcare sonorità vecchie di 20 anni e renderle moderne grazie alle nuove idee del rock e alle produzioni perfette. I paragoni con i grandi gruppi metal-hard quali Van Halen, Bon Jovi, WASP sembrano azzeccati e il disco in questione presenta una qualità nei suoni, nei mezzi, nelle capacità tali da eguiagliare mostri sacri del genere. Naturalmente non inganni il titolo del disco: "False Metal" vuole essere una strafottente ironia.

Il disco parte con "Break Out", verosimilmente il manifesto del disco: con riff che ricordano le sonorità ottantiane dei WASP e con il ritornello che ha l'aria di un inno, così come la successiva "Valerie" i quali inserti tastieristici ricordano tanto i Van Halen e il quale ritornello è di una presa melodica incredibile tanto da rimanere subito fisso nella memoria. La logica del disco in pratica è questa: riffing che prende a piene mani da un repertorio ottantiano, farcito da ottime tastiere e da melodie accattivanti e godibilissime.
Quindi è il caso dell'eccellente "I'm on Fire", energica al punto giusto con melodie che davvero non si sentivano da tempo, mentre è rilassante la successiva "Love Goes Down", su un tappeto di chitarre acustiche e tastiere che richiamano i pianoforti cari alle ballad degli anni '80. Ma l'energia ritorna con le sincopi di "Devil's Daughter", in cui ritorna preponderante l'influenza VanHaleniana, mentre il singolo "Midnight Queen" è un brano che insieme all'opener può ritenersi il simbolo di questo gruppo. "One single breath" mi riporta alla mente "Jump" nell'intro, ma è ormai scontato ritorvare soluzioni che i Van Halen prima di loro avevano sviluppato. Il finale è tutto nel trittico "Lover tonite", energica e a tratti di influenze Europe, "Spanish Eyes" vellutata e melodica ballad che rappresenta al meglio il corso HardRock scandinavo, e infine "Kill city Kid", dal riffing molto originale.

Il merito di questo gruppo? Si è parlato tanto di Van Halen nella recensione, e il paragone non inganni. Anche se il gruppo pesca a piene mani da quel repertorio, il risultato finale è un AOR di classe, ottimamente suonato e abbastanza personale, senza mai dimenticare le origini del genere e chi le ha create.

Elenco tracce e video

01   Break Out (04:43)

02   Valerie (04:52)

03   I'm on Fire (05:01)

04   Love Goes Down (05:02)

05   Devil's Daughter (04:13)

06   Midnite Queen (04:28)

07   One Single Breath (04:24)

08   Lover Tonite (03:48)

09   Spanish Eyes (04:48)

10   Kill City Kid (03:37)

Carico i commenti...  con calma