Sbucati fuori dalla florida scena pesarese i Brothers in Law esordiscono nel 2013 con l’album “Hard Times for Dreamers”.

Il trio si rifà alla decade degli 80s, a metà tra il jangle pop in stile c86/Sarah Records e sonorità più new wave, allo shoegaze e come riferimenti più attuali a Crocodiles, Crystal Stils e a certi gruppi della Captured Tracks (vedi Beach Fossils e DIIV). Nelle 8 tracce (30 minuti scarsi) si ritrova, tra chitarre riverberate e minimali spunti elettronici, un grande senso della melodia.

Un’atmosfera di piacevole leggerezza eterea permea nella sua interezza l’album, che tuttavia non risulta mai ripetitivo nonostante la grande coesione sonora. Le canzone sono costruite in maniera essenziale ed efficace attorno a due chitarre e una batteria, coadiuvate dall’utilizzo di synth in alcuni episodi (“Lose Control”, “Go Ahead”).

“Hard Times for Dreamers” è in definitiva il positivo esordio di una band che ha già dimostrato di avere grande maturità stilistica.

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