In occasione dei suoi 25 anni di carriera il Boss torna prepotentemente alla ribalta con la pubblicazione del monumentale Tracks e l'annuncio della Reunion con la E-street Band e infine con la decisione, discutibile solo dal punto di vista commerciale, di immettere sul mercato "18 Tracks", reso appetibile di 3 brani non presenti su "Tracks".

Il disco inizia con "Growin' Up", canzone di grande impatto e simbolo dei primi anni di carriera (ripresa anche da David Bowie) e che a mio avviso è leggermente preferibile in questa versione rispetto a quella di "Greetings". In "Seaside Bar Song" si sente la grande sintonia della Band così come nella splendida "Rendezvous", nata proprio per essere eseguita dal vivo. "Hearts of Stone", prestata in tempi non sospetti all'amico Southside Johnny e presente come outtakes del mitico "Darkness On The Edge Of Town", è un pezzo commovente che mostra la grande duttilità di Bruce, mentre "Where The Bands Are" è il manifesto della potenza della "E-Street Band". A questo punto arriva un'altra canzone famosa per la sua presenza nei bootleg, "Loose Ends" che fa pensare a cosa sarebbe stato un "The River" triplo; in "I Wanna Be With You" la voce del Boss è coinvolgente e supporta la voglia di rock'n'roll della band, un r'n'r che sparisce del tutto nella agghiacciante versione di "Born In The Usa", spettrale e solitaria come le atmosfere di "Nebraska"; "My Love Will Not Let You Down" e "Lion's Den" sono due canzoni molto orecchiabili e spensierate che fanno da preludio alla splendida "Pink Cadillac", che sta in bilico tra "Nebraska" e "Born In The U.S.A." "Janey Don't You Lose Heart" rientra perfettamente nello spirito in cui è stato concepita questa raccolta che prosegue con la splendida base vocale di "Sad Eyes" e la maestria del "Professore" Roy Bittan. "Part Man, Part Monkey" è caratteristica del periodo "Human Touch" e avrebbe una ottima collocazione proprio in quel disco (è stata poi ripresa nell'ultimo tour a proposito della situazione politica americana...). A questo punto si trovano i quattro brani esclusi da "Tracks": si parte con "Trouble River", altro pezzo stile HT in cui è presente anche Jeff Porcaro e si prosegue con "Brothers Under The Bridge", pezzo in cui si fa ancora riferimento a Saigon e al Vietnam e tipico della prima fase del riavvicinamento con la Band. Per concludere due pezzi mitici come "The Fever", prestata anche questa a "Soutshide Johnny", che si potrebbe definire come danza perfetta tra Organo e Sassofono e la sontuosa e immortale "The Promise", che vale da sola una intera carriera.

In definitiva un disco in cui potevano trovare spazio altre canzoni stupende di "Tracks" (per fare un esempio "Roulette", "Thundercrack"...) ma in cui non era richiesto, essendo una summa di tutto, un concept forzato. A questo punto non mi rimane che augurarvi un buon ascolto e consigliare di non snobbare l'unico vero rock'n'roller su piazza.

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