Alcuni giorni fa, sorpresa e sconcerto, hanno caratterizzato la visita dei clienti del Wonder Bar. Questo è uno storico ritrovo della ridente cittadina di Asbury Park, nel New Jersey. Chi non ha ancora venduto l’atavico vocabolario d’inglese, passato da fratello a fratello per alcune generazioni, tira subito le conclusioni: per forza la gente era meravigliata, in un bar con quel nome! Potrebbe essere, tuttavia la narrazione ha un altro sentiero da percorrere. Comunque e detto ex abrupto, la storia è riassumibile nel semplice fatto che, in maniera del tutto inaspettata, Bruce Springsteen ha tenuto un concerto in questo posto dove, molti anni fa, aveva suonato da esordiente in cerca di fortuna. Asbury Park è il luogo che ha dato i natali al grande songwriter americano. Uno dei primi dischi di Bruce, giusto per segnalare l’affetto e la familiarità che il cantante ha sempre nutrito per sua terra, si chiamava proprio Greetings from Asbury Park N.J.

Quella sera, sul palco del Wonder Bar, si stavano esibendo Joe Grushecky and The Houserockers, band che Springsteen ha già incrociato in passato e con la quale ha collaborato. Il Boss senza alcun complimento ha imbracciato la chitarra Telecaster e si è prodotto, accompagnato dai musicisti anch’essi colti di sorpresa, nella splendida canzone Never Be Time Enough. A questa sono seguiti altri motivi della portata di Adam Raised a Cain, Atlantic City, Because the Night, Code of Silente. Roba da non crederci.

E’ esperienza di molti osservare e incappare in situazioni para disperate: l’ultimo biglietto per il concerto ufficiale di Bruce Springsteen è stato acquistato già giorni prima, che fare? Niente, si rinuncia. In quest'occasione, invece, è bastato andare a fare due passi al bar giusto e, insieme alla birra e alla moneta di resto, si è scorto un tizio che canta e ti par di conoscere. Magari qualcuno avrà pensato a uno bravo che fa cover. Cover fatte bene, ma cover. E invece no, eccolo lì il cantante con la sua aria da operaio che ha appena smesso il turno e urla al microfono il suo dissenso verso qualcosa o qualcuno. Perché ci sono sempre qualcosa e qualcuno che non vanno. “E’ proprio lui!”, alla fine hanno concluso i fortunati. La piccola folla di astanti, presi tra un sorso di birra e un dubbio sul Boss, in men che non si dica si è allargata in maniera importante. Tanto che si è accalcata fuori invidiando le giraffe: una sequenza di cartilagini cervicali di quella portata sarebbe risultata utile per dare una sbirciatina all’interno del ‘bar della meraviglia’. Ma, come insegnano quelli che si contentano, la dove non arriva la vista, soccorre l’udito: la voce di Bruce passa e si propaga per la strada.

Chi ha voglia di vivere l’esperienza fatta da quei favoriti dalla sorte di Asbury Park, può navigare sulla rete e cercare un frammento dello show – quello in cui canta Darkness On The Edge Of Town – su YouTube: non sarà come essere stato nella terra di Springsteen ma, anche se in differita, il divertimento e l’entusiasmo sono assicurati.

Questi sono i brani che Springsteen ha eseguito per l’occasione:

Never Be Enough Time

Adam Raised a Cain

Darkness on the Edge of Town

Racing in the Street

Chain Smoking

Save My Love

Frankie Fell in Love

Atlantic City

Pumpin' Iron

Code of Silence

Because the Night

The Promised Land

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