Il titolo di questo disco facilita tutto: "Vuoi roba estrema? Cosa c'è di più estremo della realtà?" I Brutal Truth sono diretti, pochi cazzi: la verità è brutale e noi te la mettiamo in musica a tempo di Grindcore.

Ancora ricordo che il giorno che comprai questo disco, quando sono entrato in un noto negozio di dischi vicino stazione Termini, volevo roba tosta. E' passato un anno da allora, e di dischi "tosti" come e più di questo ne avrò ascoltati più di cinquanta nel frattempo, eppure pochi reggono il confronto con questo, almeno sul piano del mood, della relativa originalità e dell'attitudine hardcore. Questo disco è del '92, per intenderci la data di nascita di molti dei quali oggi si affacciano su Debaser, e anche la data in cui il metal estremo è nella fase del massimo sviluppo. Sono infatti già usciti i capolavorissimi del Brutal Death (Suffocation, Cannibal Corpse, Immolation) e il Grindcore ha smesso di essere un divertissement già dal 1987. Non si inventano nulla infatti i Brutal Truth in questo album di debutto chiamato "Extreme Conditions Demand, Extreme Responses". La musica che fanno è un grindcore abbastanza canonico, ossia con brani sotto i due minuti, rallentamenti e accelerazioni tipo tempesta di blastbeats, doppio cantato growl-screaming. Anche il tema dell'album, ovvero la denuncia della merda montante che affligge il mondo non è di certo nuovo: il Grind già nasce così, "politico", proprio con "Scum" dei Napalm Death. Quindi ignoranza, guerra, superstizione, multinazionali stupratori di terre e razzismo sono temi già ampiamente affrontati, sebbene dai fondatori del genere e da quella importantissima meteora chiamata Terrorizer.

Cosa c'è allora di bello, speciale e valido in questo disco? Semplicemente che è bello, speciale e valido. Detto in parole povere, spacca di brutto. La produzione è ottima, i riffs e il songwriting sono curatissimi, per non parlare della tecnica, che sebbene non sia un grande intenditore, mi sembra ampiamente adeguata per il genere. Le chitarre hanno un bel suono, sono varie e il batterista sa di certo come muoversi bene. Inutile citare le canzoni, sono tutte praticamente sullo stesso livello. Merita di essere menzionata giusto l'opener, "Birth of Ignorance" per quel riff bastardo che ti rimane in testa per giorni e anche la canzone più corta del mondo, "Collateral Damage", di ben tre secondi.

Un disco diretto, estremo, divertente e che allo stesso tempo non vi fa sentire dei pervertiti perché vi ascoltate la roba che parla di squartamenti e di abuso sessuale su cadaveri putrefatti, anzi: vi potete anche dare arie da intellettuali. Dirò di più, potete anche lasciare il disco sul tavolo se c'è in giro la vostra ragazza (cosa che non vi consiglio di fare con i Waco Jesus). Insomma, se un qualche amico mi dovesse chiedere un consiglio su qualcosa di "forte", non gli consiglierei i Mortician, i Devourment, i Cephalotrypsy o anche i Napalm Death o i primi Carcass. Non li capirebbe. All'amico (reale o anche debaseriano) che chiede roba forte, consiglierei senza dubbio questo debut album dei Brutal Truth.

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