Forse mentre scrivo qualche appassionato di matematica si diletta nell’enumerare i problemi dell’umanità che si sarebbero risolti con la somma dei soldi spesi per tutti i film di Hollywood sui supereroi ma non essendo un campo di mia competenza mi limiterò a parlare dell’ultimo x-men che mi ha offerto grandi emozioni quali noia, compassione (ma solo per Blink) e rancore verso il regista e lo sceneggiatore. Devo riconoscere a Singer che dopo aver portato per la prima volta al cinema i mutanti ha anche saputo come infliggergli il colpo di grazia facendo al contempo la gioia di critici e fan, impresa ancora più notevole se si pensa al guazzabuglio in cui consiste questa roba da me vista in versione brodo allungato home video, battezzata per l’occasione The Rogue Cut.

Come poter definire un film in un solo aggettivo? In un mondo bello non sarebbe possibile ma per fortuna qui sulla terra per tante opere cinematografiche è facile. Nel nostro caso l’aggettivo più adatto è retorico, e sebbene lo siano quasi tutti i film americani laddove si raggiungono livelli così nauseabondi c’è poco su cui sorvolare. Per riuscire nel compito bisognava operare la distruzione del carattere di buona parte dei comprimari: abbiamo una nuova Mystica indipendente giovane nel cuore che mentre nei film precedenti funzionava nel suo ruolo di fedele di Magneto qui gli si da tanto protagonismo e nient’altro all’infuori di arti marziali e pseudo-sentimenti; insomma, quanto bastava per renderla simile a una specie di puttana dai complessi morali insulsi che si vuole fottere pure la bestia blu. A dargli man forte in questo conturbante patetismo abbiamo un nuovo Xavier fricchettone all’inizio sbandato e strafottente ma poi dopo aver ricevuto (in stile Star Trek) l’illuminazione dal suo Sé del futuro sulla retorica di Stato buonista diventa pedante quanto un personaggio della peggiore Disney. E la povera Mystica (assieme a me) che si deve sorbire le sue paternali… “Ascolta il tuo cuore! Non uccidere che è peccato!” E quello psico-macchinario potentissimo (Cerebro) usato peggio d’un decoder Sky… e nel frattempo assopito aspettavo di vedere ricomparire Blink… così bella e darkona… ma il regista aveva in mente di usarla come carne da cannone per le sentinelle sia all’inizio che alla fine del film (perché farla morire una volta sola non gli bastava).

Insomma, largo ai giovani! O meglio dire, ai ringiovaniti visto che si torna nel passato. Tutti eccetto Wolverine: siccome il film sulle sue origini è l’ultimo della serie che merita d’essere visto l’allegro ghiottone, per punizione, è stato ridotto a fare il cane da riporto di Xavier. L’amico accanto a me con sguardo torvo cercava invano di capire dove fosse finito il carattere indomito del personaggio per poi a un certo punto domandare sconsolato se gli avessero fatto il T.S.O. sotto richiesta del professore. Certamente abbiamo pure un Magneto giovane anch’esso in versione Q.I. ridotta in modo da evitare il rischio di contro-argomentazioni alla pedagogia pacifista benpensante di Xavier (meglio farli litigare i due su chi si è scopato Mystica per ultimo). Qui l’incubo di ogni metallaro non è nient’altro che lo stereotipo puro e duro del megalomane ottuso impersonato da un Fassbender dalle doti sprecate in un ruolo che avrebbero potuto appioppare a un fotomodello qualsiasi.

In chiusura passiamo al significato dell’opera: immagino i produttori che prima di staccare l’assegno per dare inizio ai lavori interrogano Kinberg, lo sceneggiatore: “Ma… c’è un contenuto, vero?” “Certo! E’ che ognuno di noi può cambiare il suo destino.” “Ah! Ma… è un messaggio educativo, vero?” “Eccome! Insegna a non accettare le conseguenze della realtà perdendosi nell’utopia di tornare indietro nel tempo per cambiarla.”

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