Donald Roeser, per tutti Buck Dharma visto che questo nomignolo affibbiatogli in gioventù dal suo manager Sandy Pearlman ha attecchito totalmente, è la chitarra solista ed uno dei due cantanti dei Blue Oyster Cult, gruppo newyorchese dall'enorme personalità ed influenza fra gli addetti ai lavori ma, per ignote e comunque ingiustificate ragioni, di successo popolare solo discreto.
Buck Dharma è grandissimo chitarrista, suona con uno stile fluido e arrapante, terribilmente preciso e melodico. Predilige correre sulla tastiera ed eseguire molte note grazie al suo "legato" espressivo, senza però concedersi eccessive autoindulgenze.
Buck è anche splendido compositore, scrive con uno stile melodico e creativo, evocativo e lirico, in riuscito contrasto con le uscite sempre acide e psichedeliche del suo collega ed alter ego nei BOC Eric Bloom.
Buck Dharma è infine ottimo cantante, la metà del repertorio dell'Ostrica Blu passa attraverso le sue corde vocali, capaci di un timbro sospeso e affascinante, senza forzature ed urla ma con una qualità ritmica e melodica da fuoriclasse, di nuovo in riuscito contrasto con il cantato insuperabilmente beffardo e corrosivo dello stesso Bloom.

Nel 1982 ci provò con questo disco solista, passato completamente inosservato e da sempre di difficile reperibilità (oggi però c'è Internet, per fortuna): nessuna sorpresa all'ascolto, sembra di ascoltare due metà di due dischi dei Blue Oyster Cult, d'altronde voce chitarra e modo di comporre sono talmente personali e forti da costituire vero marchio di fabbrica. Nove composizioni nel dischetto, complessivamente un poco più rilassate e innocue delle sue cose coi BOC e questo soprattutto perché viene a mancare l'apporto delle tastiere di Allan Lanier, un maestro anche lui nell'infondere tensione e turbamento alle atmosfere create da questo seminale gruppo di rock duro. Non tutti i pezzi sono ragguardevoli ma per una buona metà di essi ci si può tranquillamente beare fra melodie vocali e chitarristiche di squisita ispirazione. Per esempio in "That Summer Night", in "Cold Wind" e in "All Tied Up", ballate o semi-ballate piene di buon gusto e perizia. I dischi "solo" di membri di formazioni musicali non sono quasi mai dei capolavori. E' naturale d'altronde che le migliori idee vengano inserite nel calderone del proprio gruppo, e soprattutto è ben altra cosa sviluppare concetti e arrangiamenti delle proprie musiche insieme ad altri colleghi in grado di metterci del loro ed arricchire con la propria sensibilità il panorama sonoro. Quest'opera non sfugge alla regola, ma è tutt'altro che inutile, contenendo alcune bellissime canzoni di un tizio che ne ha composte decine di memorabili e proprio non è capace di scendere a livelli mediocri. Troppa classe.

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