Premessa apparentemente (?) fuori luogo:

Nel giorno del Solstizio (da Solis statio, "Il Sole che si ferma") d'Inverno, agli occhi di noi povere formichine posizionate sul terzo sasso del sistema solare, la nostra stella raggiunge il punto piu' basso lungo l'eclittica.

Questo evento astronomico ha da sempre affascinato gli esseri umani tanto che i compleanni di molte divinità (Mitra e Gesù Cristo le più famose) nei secoli son stati posizionati in prossimità di questa data: per non parlare delle varie civiltà preromane che festeggiavano la festa del "Sole che muore e che rinasce". Basti pensare lo Yule germanico che ancora oggi è ricordato nel termine inglese "Yuletide" che significa appunto "Periodo Natalizio".

Questo per dire che, atavicamente, il "Natale" non appartiene solo ai cristiani ma un pò a tutti gli umani che in quel giorno vedono appunto la luce (in ogni significato che vogliate leggervi) vincere contro le tenebre (idem con patate).

Ricordate questa premessa alla fine della recensione.

Premessa già più sensata:

Personalmente non sono come Saul Kripke che a tre anni affermava che se "davvero Dio fosse ovunque per entrare in una stanza dovremmo cacciarne una parte fuori" ma già dall'età di 8-9 anni cominciavo a pensare a me stesso come "ateo" (anche se devo dire che nel tempo questo ateismo si è trasformato in un sano paganesimo panteista di natura letterario-scientifica). Questo mi creava non pochi problemi con la festa del "Natale" che (per le ragioni ataviche che ho detto sopra) mi attirava ma che allo stesso tempo sentivo come simbolo di una religione che trovavo poco sensata (purtroppo allora nessuno mi spiegò la storia del Solstizio e dovetti arrangiarmi da solo ma ormai ero già più cresciutello). In mezzo a tutto l'"ambaradan" natalizio, a parte l'attesa per i regali (anche qui purtroppo Babbo Natale per me è "morto" quando avevo 7 anni), quello che mi piaceva di più era la programmazione delle televisioni che proponevano a go-go cartoni animati dalla mattina alla sera: su tutti i vari "Asterix" e questo di cui sto per parlare.

Avrete ormai capito che questa mia è solamente un modo per farvi i miei deauguri ma, tornando al topic, questa premessa (sensata?) serviva per spiegarvi come mai non ho scelto altre opere natalizie più "culturalmente rilevanti", tipo Capra o Dickens (anche se  di quest'ultimo, qui, devo parlarne eccome!), ma questa (che qui, qui e qui potrete vedere integralmente).

Ma vuoi parlare un pò di questo Cartone Animato?

Si, eccomi: Allora, non è da considerare sicuramente un "Classico Disney" per definizione, sia per la durata (poco più di 25 minuti) sia per la distribuzione (che è stata solamente televisiva) ma già dalla sua prima apparizione (il 1983, in Italia l'84) è diventato nell'immaginario di pò tutti i bimbi il "Cartone Animato di Natale" per antonomasia.

I motivi sono abbastanza semplici: innanzitutto la storia che è una trasposizione di una delle opere più belle e famose di Dickens (ragazzi, sarà pure buonismo ma trovatemi qualcosa di più sinceramente commovente, per non parlare della modernità che traspare tra le righe) e poi la forza dirompente di vedere quasi tutti i personaggi storici creati da Walt Disney (ma anche, ricordo, dall'Uomo dei Paperi: a questo proposito ricordo che il nome originale di Paperon De Paperoni è, non tanto, stranamente Scrooge McDuck).

Non credo, per ovvi motivi, sia il caso di raccontare la trama e la recensione potrebbe finire qui perchè non è che ci siano molte cose di carattere "critico" da dire a parte il far notare il carattere pegagogico del messaggio (che deriva direttamente da Dickens e che la Disney ha adottato) ma, se avete un pò di tempo vi consiglio caldamente di vederne anche solo un piccolo pezzo se non altro per notare la qualità del disegno che, a mio parere, in quegli anni in casa Disney era all'apice dello stile e del gusto e che progressivamente sarebbe stata persa in favore di tratti troppo "futuribili" (non uso il termine "avanguardisti", per carità, stiamo parlando della Disney e rischio che vogliate "ammazzarmi" poi...).

Bene, ora concludi e giustificati!

Non so bene se questa mia recensione finirà (meritatamente) nei casi ma nel caso (e scusate il gioco di parole) arriverete a leggerla (e riuscire a finirla, arrivando a queste parole) voglio solo che vi arrivi il mio augurio di Buon Natale (nel significato "allargato" di cui parlavo nella premessa insensata: visto che serviva?) e che magari (tralasciando, per un momento, il fatto che nella Disney si possa vedere solo il mostro fagocitasoldi che è diventata dopo la morte del suo fondatore) la morale (meno buonista di quel che si possa credere ma se avete letto Dickens lo saprete già) di questo piccolo cartone animato possa donarvi serenità.

Che il Natale sia di tutti insomma...

Buon Solstizio d'Inverno DeBaser!

Mo.

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