Come mi è già capitato di dire altrove, io sono un fanatico di Buster Keaton. Ho visto e rivisto i suoi film un sacco di volte e la sua autobiografia scritta con Charles Samuels ("Memorie a rotta di collo") è uno dei più bei libri che mi è capitato di leggere. Visto che su debaser ora van di moda le recensioni cinematografiche non posso certo esimermi dal parlare del mio film preferito, "The General".

Buster Keaton realizzò "Come vinsi la guerra" (traduzione non fedelissima, ma piuttosto felice) nel 1926 subito dopo il suo maggiore successo commerciale: "The Navigator". A quel tempo era amato da tutti. Negli anni venti le "slapstick comedy" erano i film che guadagnavano di più, anche più dei colossal di Cecil B. De Mille. In un ideale classifica delle star più famose di quel periodo, Buster non sarà stato forse il primo, ma sicuramente era terzo dopo Charlie Chaplin e Harold Lloyd. I surrealisti poi ne andavano matti...
All'epoca dell'uscita di "The General" Buster Keaton era sotto contratto alla Metro, la quale però si limitava a distribuire i suoi film. La realizzazione dei medesimi, della sceneggiatura al montaggio, era di competenza dell'attore e di una ristretta cerchia di fedelissimi.

Le cose cambieranno dal 1928. Quell'anno Buster commetterà il più grande errore della sua vita. Venderà i suoi studios e si metterà a completa disposizione della MGM. Risultato? Buster non riuscirà ad imporre le sue idee, si darà all'alcol (nel 1933 gli verrà pure il delirium tremens), diventerà inaffidabile e la sua carriera a Hollywood subirà una terribile quanto inevitabile battuta d'arresto. Ci penserà poi Natalie Thalmadge, sua prima moglie, a completare questa serie di catastrofi, chiedendo il divorzio e privandolo di ogni bene. Ancora oggi qualcuno sostiene che la fine di Buster Keaton sia dovuta all'avvento del sonoro. Analisi quanto mai affrettata, oserei dire...

Ciò che caratterizza "The General" è il più bell'inseguimento fra due locomotive che la storia del cinema ricordi. Credo che sia pure l'unico... Il generale del titolo è il nome della locomotiva di Jhonny Gray (Buster). La trama in due parole: siamo in piena guerra di secessione. Jhonny Gray sta dalla parte dei sudisti ed è un macchinista della Western and Atlantic. Proprio per questo motivo l'esercito rifiuta di accettarlo fra le sue fila: "Sarà più utile al sud come macchinista", dice un imbratta carte all'ufficio reclutamento. Jhonny s'incacchia e tenta a più riprese di farsi arruolare senza riuscirci. Già qui si vede che "The General" non è esattamente un film antimilitarista. Non c'è alcuna satira o presa in giro. Buster era americano dalla testa ai piedi e rispettoso delle istituzioni. A lui premeva solo fare ridere...
I nordisti riescono con l'inganno a soffiargli il treno da sotto il naso e Jhonny, indomito, si getta all'inseguimento prima a piedi, poi in bicicletta, poi con un altra locomotiva. Penetra fra le linee nemiche, arriva al quartier generale dei nordisti e lì scopre che insieme al treno essi hanno rapito la sua ragazza. Per inciso c'è sempre una ragazza nei film di Buster. Ella dà inizio ai guai del protagonista e il suo amore è il premio finale delle di lui fatiche. Alla fine bene o male Buster riesce sempre a conquistarla.
Marion Mack, eroina di "The General", non fa eccezione. Quando Jhonny viene rifiutato dall'esercito lei pensa che sia un codardo e un conta balle. Così lo molla. Il salvataggio farà si che ella ci ripensi. Per altro Jhonny, divenuto eroe per caso al termine della vittoriosa battaglia finale, riuscirà pure a farsi arruolare col grado di tenente. Oh, a chi pensa che, anticipando il finale, gli ho rovinato la sorpresa dico solo che nei film di Buster uno sa sempre cosa aspettarsi. Il lieto fine è la norma. Ciò però non toglie nulla al piacere della visione...

Rimane solo da menzionare una meravigliosa concatenazione di gags visive, situazioni paradossali e imprese impossibili affrontate con il piglio dei giorni migliori. La trama vive ed evolve attraverso le gags. Guai diceva Buster, inserire gags che interrompono il flusso degli eventi. Il pubblico non riderebbe, la più grossa delle calamità per un film comico. Buster è stato il più grande inventore di gags visive e meccaniche. E' stato anche uno dei più grandi creatori di caos del cinema tutto. Si vedano le scene di folla presenti in ogni suo film e nella fattispecie, in "The General", la battaglia finale. Ogni elemento della scena poteva essere utilizzato per creare confusione, così come ogni "ingranaggio" della "macchina" cinema, dalla regia al montaggio, passando ovviamente per la recitazione. Buster stesso sembra un semplice elemento della scena, un oggetto fra mille altri oggetti. Quando la situazione si fa assurda e la realtà impazzisce, Buster si adegua senza pensarci troppo, con grazia ed eleganza. Quel suo viso che non cambia mai espressione rende la sua recitazione essenziale e ben più moderna di qualsiasi attore coevo. I suoi gesti sono misurati, le linee che traccia sullo schermo correndo o saltando o facendo capriole, danno un idea di perfezione geometrica. La passione che mette nell'intraprendere le sue imprese cancella quell'impressione di freddezza che la sua "faccia di pietra" trasmette ai suoi pochi detrattori...

Per il sottoscritto Buster Keaton non è un semplice attore, Buster Keaton è il cinema.

 

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