Ero sul mio portale di testi preferito (Darklirics:)) e mi è balzato all’occhio un gruppo con dei titoli mal trasposti nell’alfabeto latino. Nome del gruppo: Butterfly Temple. Primo pensiero: ma sono tailandesi questi Tempio della Farfalla?? Incuriosito, ho cercato il loro sito, allora ho capito! Vengono dalla Russia e sono tantissimi (le ultime “indiscrezioni” parlano di 7 componenti di cui 3 singers!!), e fanno uno strano genere che loro chiamano Slavonic Metal; in realtà, niente di più niente di meno che una sorta di Black Metal sinfonico condito da inserti folk. Si sono formati nel 1996 quando hanno inciso il loro primo demo, “Veles”, e poi altri album passati inosservati in ogni parte del mondo.
Il primo dubbio era sulla loro originalità, perché in effetti questo genere è eccessivamente inflazionato dalle band più svariate.
La sorpresa è avvenuta al momento dell’ascolto della prima traccia: gli inserti sinfonici non sono assolutamente pomposi o pacchiani come alcune canzoni dei Dimmu Borgir o dei Cradle of Filth (a cui rischiano di essere associati per l’atteggiamento verso le melodie), anzi, si nota una teatralità veramente senza pari, e dimostrano di saper suonare alla grande. Ottima anche la produzione! Per quanto riguarda le liriche sono spiacente di non poter veramente dire nulla, perché sono tutte in lingua madre e non ci ho capito nulla… comunque stando alle traduzioni si rifanno alla mitologia esoterica russa, a dei regni che ora non ci sono più e ad una sorta di “confraternita della farfalla” a cui appartengono. Devo dire che questi concept mi hanno sempre affascinato, ed in effetti le mie intuizioni sono state confermate andando a scavare nel sito listen.to/btemple (consiglio la versione in inglese), corredato di splendide immagini rinascimentali e dove –nella sezione “hymns” è possibile guardare la loro discografia e scaricare alcuni mp3 anche dai vecchi album.
Per quanto riguarda il contenuto musicale, segnalo –oltre alla traccia d'apertura, dall’impronunciabile titolo “Babit’, klikat’, ston glotat’”- la bellissima Polny chaši vraj’ey krovi dall’intro veramente monumentale e anche Slaše vsyo je mnje [obrug mesyats] (basta, sto impazzendo!) basata sul connubio tra una voce maschile ed una femminile. Questo album termina con la strumentale title-track, un’ulteriore dimostrazione delle capacità di questo gruppo.
Insomma, tirando le fila, forse non sarà un capolavoro, ma si distingue dalla massa di gruppi metal che ormai non sanno dove andare a parare. Originale (nei limiti che un genere come questo permette) lavoro da parte di un gruppo abile, tecnicamente valido e anche un po’ fuori da certi canoni.
Un’ultima nota (positiva) riguarda la copertina, veramente molto curata.
Gothic? Black? Folk Metal? Slavonic!
PS: Scusate ve ne è arrivata un'altra uguale ma sono io ho sbagliato la mail xké ho aggiunto una ù in fondo. Potete correggere per favore? Grazie. Ricordatevi il genere: Slavonic Folk Pagan Black Metal
Elenco e tracce
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