Premessa: Se il buon vecchio ZiOn, conoscendo i suoi gusti musicali, corresse a comprare questo disco dopo aver letto la mia recensione, come minimo verrebbe poi a cercarmi la notte per baciarmi i piedi. Ma ci butto la mano sul fuoco.
Io amo il post-core. Alla follia, proprio.
Io amo il post-core perché è uno di quei pochi generi che riesce a farmi viaggiare con la mente in una maniera splendida, costituito da atmosfere più che da semplici riff, da viaggi onirici più che da melodie. O almeno questo vale per i migliori gruppi. Questo, infatti, è uno dei generi più difficili da suonare, e non parlo di difficoltà tecniche, bensì di difficoltà da songwriting: bisogna esserci portati, bisogna avere classe, avere una percezione superiore della musica per fare post-core come si deve. Bisogna prendere il rumore, rimodellarlo, fargli acquisire forma, ingrossare le distorsioni per creare mondi sognanti, e magari unirle alla più pura malinconia.
Bene, questo è proprio quello che fanno i Callisto. Perché questa band dal nome improbabile è appena al debutto, ed ha già creato un disco destinato ad entrare nel cuore di tutti gli amanti del post-core, anzi, di tutte quelle persone che oseranno ascoltarlo, a mio parere. Perché le canzoni contenute qua dentro sono da infarto, punto.
L'atmosfera onirica di "Blackhole" non si può dimenticare facilmente, così come i riff eretti dal gruppo, veri e propri muri di buio sonoro che avvolge tutto e non lascia respiro. Distorsioni dei migliori Pelican si uniscono ai flussi musicali degli ultimi Isis, il tutto con un senso della melodia drammatico e opprimente (come in "Cold Stare") ma allo stesso tempo sognante e nostalgico (i meravigliosi riff di "Caverns of Khafka", o la bellissima "Worlds Collide"). Mondi paralleli che si incrociano, stasi psichedelica, pura malinconia, sorretta da un tessuto chitarristico fatto da atmosfere più che da semplici riff, e dalla voce growl di Markus Myllykangas che sembra urlare vendetta al mondo intero. Per non parlare di quando il gruppo regge la tensione e la fa crescere, iniettando le canzoni di sentimento, oltre che di rabbia e devastazione. L'inquietudine di vivere, il rimorso interiore che si erge in un crescendo emozionale, sfociando nella speranza che spunta dal nulla: canzoni come fossero correnti sonore che trascinano l'ascoltatore, note che aspettano solo un paio di orecchie per tramutarsi in emozioni. Questo è il mondo dei Callisto, questo è il mondo in cui voglio perdermi.
Un gruppo immenso, da cui mi aspetto grandissime cose in futuro. Intanto, "True Nature Unfolds", per chi non lo avesse capito, è un capolavoro, di quelli che ne esce uno quando meno te lo aspetti?
Da avere, a costo di vendere vostra nonna.
Elenco tracce testi samples e video
02 Blackhole (05:01)
Travelling at the speed of light into the void.
Destination unknown.
Lost in orbit in the midst of heathendom.
Watched the sun darken - the stars fall from heaven.
Picking up signals - signals of the last coming.
03 Limb: Diasporas (05:48)
Separation from the body of Christ.
Town divided in numerous districts.
The globe all covered be wanderers. They roam with no direction.
The holy land, the promised land - your time will come and they will be returned.
"Attach us to your graceful limbs, the pierced palms.
Should our ways diverge, we will be doomed to our deadly fate."
04 Cold Stare (06:32)
"Connection after a long period of silence, your cold eyes spoke to me without words.
Agony was present. I understood it all along."
I heard a silent whisper from the past - eight years of isolation.
In silence the demons besieged you.
Darkened eyes of retribution.
Stormriding through the bleakest on a black horse.
Zest for life has died in me.
"My life, the monolith of loneliness.
Fallen am I Lord. Make me complete again."
08 Worlds Collide (05:16)
Mankind fears what eyes fail to conceive.
Unseen presence, within these walls.
The cynic will not acquire but the obedient marches on,
Knowing resistance has begun.
The inevitable is at hand. Worlds collide.
Embrace the aftermath whatever it may bring.
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