Cosa mi piacerebbe trovare un album di Metal estremo? In genere dei brani interessanti, quadrati ma con anima, accompagnati da una produzione pulita che non sia però di plastica e soprattutto una violenza "ragionata", messa lì con criterio, pensata e bilanciata, al servizio del genere proposto e non viceversa. Batterie ultra-triggerate stile moulinex impazzito, pazzi urlanti in preda ad un attacco fulminante di diarrea e riff di tre accordi ripetuti fino allo sfinimento non fanno proprio per il sottoscritto. Anche il cosiddetto "Extreme Technical Metal" mi ha un po' stancato, infatti mi è capitato spesso di trovarmi davanti a lavori certamente ben suonati e confezionati, ma talmente tirati per le lunghe, dilatati, allungati da farmi arrivare i gioielli di famiglia ad altezza suola di scarpa. Comprendo benissimo la voglia di stupire e rimanere allo stesso tempo violenti e brutali, però cavolo una volta ci si rompeva il collo a furia di fare headbaging ora invece ci si slogano le mascelle a forza di sbadigli!
Fortunatamente non tutte le bands cedono ai richiami del mercato e, pur rinnovandosi, mantengono una coerenza di pensiero e d'azione che le rende veri e propri baluardi di un determinato genere. Nello specifico i Cannibal Corpse svolgono questo compito per ciò che concerne il Death Metal (tralascio di proposito l'aggettivo 'brutal' perchè lo reputo abbastanza pacchiano, in quanto riferito più alle tematiche dei testi che alla musica effettivamente proposta), dando alle stampe un album estremo, tecnico e piacevole da ascoltare. Ferocia e padronanza degli strumenti si sposano benissimo creando un sound monolitico e diretto, capace di inglobare in pochi minuti accelerazioni al fulmicotone, rallentamenti spaccaossa e riprese devastanti, accompagnando il tutto con degli assolo di chitarra velocissimi ma perfettamente logici e coerenti.
Quando si parla della band di Buffalo spesso ci si sofferma sulle lyrics (alcune da galera! Specie nei primi album) e sull'artwork, tralasciando completamente un fatto non da poco in ambito Metal: i ragazzi sanno suonare maledettamente bene! Anche il povero Paul Mazurkiewicz, spesso ritenuto l'anello debole del gruppo, è per me un signor batterista, con un suono riconoscibilissimo, felicemente old school e dal feeling umano e non da drum machine. Anche la coppia d'asce O'Brien - Barrett ci mette del proprio per confezionare riffs accattivanti, duri come granito ma allo stesso tempo intessuti di una vena melodica malsana che rimane perfettamente aderente alla proposta del gruppo. Su George "Corpsegrinder" Fisher ed Alex Webster poi si ormai detto tutto: il primo è uno dei migliori vocalist death in circolazione dotato di un growl cavernoso ma intelligibile, capace di attaccarsi alla sezione ritmica come una ventosa al vetro, mentre il secondo è negli anni diventato una vera e propria icona del basso metal a causa del suo approccio non proprio usuale: laddove tutti distorcono fino al parossismo lui pulisce, leviga e fa si che uno strumento così poco considerato nel mondo dell'estremo diventi il fulcro di un'intera proposta musicale. E non mi sembra affatto poco!
Bene, qualcuno allora potrebbe dire: "Ma quando ci parli di questo 'A Skeletal Domain'"? Domanda legittima alla quale non posso che rispondere dicendo: "Ne ho parlato fino ad ora!" Tutto quello che ho elencato nelle righe precedenti lo ritroverete esattamente come descritto in brani del tipo: la stupenda opener "High Velocity Impact Spatter" oppure nell'ottimo singolo "Sadistic Embodiment", due chiari esempi di Death Metal suonato con passione, diretto, tecnico e tritacarne! Se amate il genere comprate a scatola chiusa, se avete pregiudizi sulla band dategli un ascolto, chissà forse potreste cambiare idea...
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