250° recensione sul Deb!!!

Devo festeggiare l'evento in modo degno, anzi indegno visto la band ed il disco che ho scelto oggi.

Sedicesimo album per i Cannibal Corpse che il prossimo Dicembre raggiungeranno il 35°anno di malata e subdola attività musicale. Mai una caduta di tono, mai un lavoro fuori fuoco; sempre massicci, sempre oscuri, sempre una vera e propria macchina da guerra: micidiali!

E si confermano al top della forma anche in Chaos Horrific dato alle stampe lo scorso 22 Settembre.

Se ne sbattono altamente i cosidetti di contaminazioni con nuove forme di metallo: conoscono solo e soltanto il Brutal-Death-Metal e lo fanno in dieci capitoli di una ferocia inumana: nemmeno 40 minuti suonati con una veemenza raccrapicciante, con ben pochi passaggi mid-tempo più fluidi e rallentati.

Fanno le cose in casa, scegliendo come produttore il chitarrista Eric Rutan da pochi anni entrato in pianta stabile nella formazione. Il suono che ne viene fuori è "chiuso", andando a creare nell'ascolto un senso di oppressione, di schiacciamento; si ha voglia di uscire di casa per rifiatare, per respirare, per uscirne vivo...almeno in parte...

Dei demoni posseduti, con le due chitarre mai ferme, sempre in evidenza capaci di creare un muro uditivo che rasenta la follia. In alcuni momenti il suono stridulo delle sei corde mi ha rimandato ai migliori Morbid Angel, ma con una velocità raddoppiata.

La voce di George è il solito growl monocorde, ossessivo, malevolo che "recita" dei testi che vi lascio immaginare visto i titoli di brani come "Pitchfork Impalement", "Overlords of Violence", "Pestilential Rictus".

Il basso di Alex e la batteria di Paul (gli unici due membri rimasti della formazione originale) contribuiscono a loro modo nel rendere il suono ancor più denso e caotico.

Una macchina del male perfetta, un'istituzione personale di tutto l'estremismo fatto in Musica.

Massimo dei voti ancora una volta, come accade dai loro lontanissimi esordi.

Ad Maiora.

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