Nei primi lavori degli anni novanta i brani recavano abberranti titoli come "Un teschio ricolmo di vermi", "Macellati dalla nascita", "Assuefatto dal liquido vaginale", "Faccia distrutta a martellate", "Spogliata, violentata e strangolata", "I Cum Blood" (preferisco lasciare a voi la macabra ed insana traduzione).
Sono passati più di venticinque anni ed i padroni del Brutal Gore sono ancora tra noi.
Stessa ferocia, stessa attitudine iper-violenta, stessa frenesia nell'assalto sonico guidato dalle due chitarre "slayeriane".
Ti sbattono in faccia il loro quattordicesimo album: un condensato di barbara, cinica, spietata, colossale violenza. Una forza d'urto immane, che non teme rivali.
Ritmiche serratissime per l'ennesimo "affresco" infernale di una band che è leggenda. Splatter Death Metal sulfureo, primordiale, apocalittico.
Questa volta i titoli dei brani sono meno offensivi che in passato. Ma i temi trattati sono i soliti; mi basta citare una riga a caso: "‘decaying torn off penises which the men were made to chew and swallow". Anche in questo caso mi astengo dalla traduzione.
Copertina ripugnante; poi arrivano le rasoiate, i fendenti. Una sequenza di brani minacciosa, oscura, implacabile. Blast beat a valanga; un growl ringhiante che dilania.
Non mollano, non rallentano, non si vendono. E' così da sempre, dal 1988.
Un capolavoro, uno dei tanti dei Cannibal Corpse...ONLY ONE WILL DIE...
Ad Maiora.
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