Può, l'oratorio, essere un luogo così pieno d'ira?
Può eccome.
L'immane capolavoro, la prima versione di Street Fighters, era e resta un must dei videogame da salagiochi.
Precede il megasuccesso della seconda edizione, ma è il vero spartiacque, il padre del genere che dilagherà negli anni successivi.
A questo gioco va l'onore una grafica accattivante, non quadrimensionale, una giocabilità semplice fatta di personaggi immediati e stilizzati in modo efficace.
Il protagonista, Ryu nel player 1, Ken nel player 2, devono spaccare la faccia a 2 individui per continente.
La scelta topica è se far fuori i nemici con i ganci o con le bolle (devastanti e potentissime): si, le meravigliose bolle prodotte smanettando.
Ad ogni nemico ucciso corrispondeva la facciaccia spaccata e il monito CHE NEL MONDO C'E' SEMPRE QUALCUNO PIU' FORTE DI TE.
Il gusto vero lo provavi con i Britannici Birdie e Eagle, ma già si soffriva con Geki e Chen. I veri mastini erano Adon e il gigantesco Sagat.
Gli sfondi e le musiche poi, si sono sedimentati per anni nei pensieri di una adolescenza aggressiva sfogata a smanettare, e non solo il pennacchio.
Ma quanti di voi hanno finito il giochino con 1 sola mossa (LABBBOLLA)?
Carico i commenti... con calma