Quest'estate la Sardegna non è per niente avara di ottimi concerti di grandi miti del rock anni 70. E ieri sera mi ha regalato un'altra emozione.
Carl Palmer si è esibito gratis in piazza a Ozieri per il festival Terre sonore.Arrivo a Ozieri verso le 22 e 30 e il concerto è già iniziato ma riesco a riconoscere le note di "Tarkus" degli ELP e sento una batteria che è un rullo compressore, è proprio lui Carl Palmer, con la sua batteria a doppia cassa che rulla come un dannato alla veneranda età di 58 anni con la verve di un ragazzino.
E ragazzini sono anche i componenti della sua band. Alla chitarra c'è un biondino che avrà massimo 19 anni a considerarlo vecchio, e suona le partiture di tastiere di Keith Emerson, che già sono difficili, sulla tastiera della chitarra con una fedeltà e con qualche spunto personale che fanno rimanere basiti. Non è da meno il bassista, anche lui un vero virtuoso che non fa rimpiangere Greg Lake.
I nostri si esibiscono in versioni mozzafiato di "The Barbarian", la storica rivisitazione di un pezzo di pianoforte del russo Bela Bartok e presente nel debutto del supergruppo, con la frizzante "Hoedown" tratta da "Trilogy" e in una grande versione della mitica e storica "Pictures at an Exibition". Una delle cose positive della serata è la grande partecipazione del pubblico presente, costituito da persone di ogni età che assistono esterrefatti alle mille evoluzioni strumentali del trio ma ovviamente l'attenzione è tutta su uno dei migliori batteristi viventi che con la sua batteria sempre creativa non dà un minuto di tregua, è davvero un rullo compressore senza esclusione di colpi. Poi per un momento si ha pure un ottimo showcase per il chitarrista che si cimenta in un difficile "Volo del calabrone" con il pubblico che lo acclama, e lo segue il bassista che esibisce tutta la sua tecnica al basso slappato e con il tappino, tanto che sembra quasi suonare una chitarra. Da ricordare Carl Palmer che introduce tutti i pezzi al microfono spiegando da dove sono tratti e da chi sono composti, con grande umiltà e professionalità ed è emozionante quando dice che non si sarebbe aspettato un pubblico così caloroso per questo tipo di musica. Ma il concerto non può non finire se non con un meraviglioso assolo di batteria in cui il Nostro con grande tecnica ma anche con feeling e un po' di spettacolarità gioca prima sui tom, poi sui piatti e infine ci mostra la sua maestria eseguendo rullate al fulmicotone incrociando le braccia nel tripudio di una folla che ha applaudito per svariati minuti. E devo dire che per poco non riuscivo a prendere una bacchetta! E grande invidia per MUSIC MAN che è riuscito a farsi autografare il primo degli Atomic Rooster e grande rimpianto per me non aver portato il primo cd degli Emerson Lake and Palmer.
Comunque sia, davvero memorabile anche questo concerto. E grazie pure a te Carlo Palmer!
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