Due antennisti romani Fabio (Claudio Amendola) ed Enzo (Ricky Memphis) tutto ad un tratto si ritrovano senza lavoro.

E mo che famo?

Giulio, fratello di Fabio, dietro le sbarre non si è ancora redento ed è intento a progettare il colpo del secolo ai danni di una banca di Milano. Per ovvie ragioni non può concretizzare il progetto in prima persona ed allora lo propone a Fabio, che dopo un'iniziale titubanza accetta coinvolgendo l'ex collega.

Pecunia non olet d'altronde, e i due si recano a Milano per risolvere definitivamente i loro problemi economici e per riuscire nell'intento costruiscono una simpatica squadra di sicuro divertimento, ma meno sicura efficienza.

Tra questi Deborah (si, si con l'H) interpretata da Monica Bellucci; Tonino (Tony Sperandeo) esperto di fogne, Igor (Ugo Conti) acrobata circense affamato e sgangherato e la signora Motta (Mirella Falco) che arruolata per evitare una denuncia si rivelerà preziosa per il gruppo.

Riuscitissima commedia made in Vanzina, che trova il suo punto di forza nei personaggi e nel cast decisamente adatto alla trama, il resto lo fa il ritmo scorrevole ed una comicità che grazie ai vari dialetti dei personaggi dipinge il tutto di sana genuinità.

Memorabile il siciliano di Sperandeo, eccezionale caratterista; l'umbro della Bellucci, letteralmente esilarante quando tenta di sedurre il proprietario della gioielleria (Umberto Smaila), il romanesco dei protagonisti ed il milanese di Mirella Falco. Cosa non trascurabile è poi, come persone di provenienza geografica diversa, a parte fisiologici attriti, riescano a convivere specie se c'è di mezzo un obiettivo comune. Che poi questo obiettivo non sia il massimo della moralità, beh, poco importa.

Non è un capolavoro, questo no, tuttavia i "Mitici colpo gobbo a Milano" può essere catalogato come quei film evergreen che non risentono troppo dei numerosissimi passaggi televisivi, riuscendo sempre ad appassionare lo spettatore che finisce sempre per parteggiare con questi "Robin Hood de noantri."

Certo è, che il rischio di sconfinare nella volgarità non è totalmente scampato, tuttavia si è lontani dai dialoghi stile cinepanettoni di ultima generazione per intenderci. Infatti se nelle commedie natalizie che svagano il pubblico l'obiettivo da raggiungere è, per l'appunto, il puro disimpegno; in commedie come "I Mitici" ci si diverte in modo anche intelligente e perché no, in minima parte, divulgativo. Perché è inutile nascondersi, qui dietro le macchiette, si rappresenta l'Italia che "tira a campare", l'Italia della disoccupazione, l'Italia che sogna in grande per non piangere, trattando anche rigorosamente in chiave ironica anche Tangentopoli.

Logicamente si sceglie il lieto fine, ma anche nel lieto fine è possibile trovare spunti di riflessione, infatti la banda fallisce il colpo e si ritrova nella spazzatura, quasi a voler simboleggiare il risveglio dal sogno. Ma mai arrendersi... il gruppo si ritroverà miliardario ugualmente e in maniera rocambolesca.

Dietro l'apparente bizzarria del tutto, quindi, c'è un qualcosa da scoprire e sul quale riflettere. E non è questo lo scopo del cinema?

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