Ciao ragazzi, visto che oggi fa freddo, giochiamo d'anticipo. Chi di noi non ha mai passato una bella vacanza al mare? Chi di noi non ha avuto, o almeno sognato di avere, qualche bella avventura sotto gli ombrelloni da serbare nel proprio cuore nelle uggiose giornate d'autunno o nel freddo inverno? Chi di noi non ha fatto qualche pazziata sentimentale da giovane per la sua bella, o bello, di turno? E chi di noi non ha avuto o sognato di avere una qualche ragazza/o straniera al proprio fianco, con quel tocco esotico - meglio se nordico - in più? Chi di noi non è stato attratto - qui parlo soprattutto ai maschi - per qualche donna matura, del genere "milf" oggi tanto in voga? E quale presunto sfigato non ha mai cercato di mettersi nei panni dell'intellettualoide alla Woody Allen per conquistare qualche ragazza sensibile sopperendo alle proprie lacune fisiche e ad una certa carenza di appeal? E chi di voi non è voluto rimanere solo, sotto la pioggia, quando la propria amata od il proprio amato se ne andavano per non far più ritorno nella nostra vita?

Beh, se avete risposto affermativamente ad almeno due di queste domande, o se vi siete riconosciuti in uno dei tipi da me descritti, non potrete che apprezzare questo aggraziato e sempre attuale film dei fratelli Carlo ed Enrico Vanzina, uscito nell'83 e divenuto uno dei piccoli classici del cinema italiano minore, che torno finalmente a recensire per voi su Debaser.

Due gli aspetti che rendono questo film davvero interessante ed, a mio avviso, particolarmente riuscito: la sincerità delle interpretazioni e la facilità nel riconoscersi in qualche personaggio, o di riconoscere qualcuno che conosciamo nei ragazzi in vacanza descritti da regista e sceneggiatore; l'effetto revival che si accompagna alla storia, girata in pieni anni '80 ma con la testa ed il cuore rivolti agli anni '60, sia come omaggio autobiografico dei Vanzina al proprio passato (secondo voi chi rappresentano i fratelloni De Sica e Calà?!?), sia come intelligente espediente narrativo per rendere la storia più genuina ed appetibile a giovani e meno giovani, evitando le pastoie dell'instant movie (gioco fatto anche da Brizzi nel recente, ed altrettanto acclamato, "Notte prima degli esami").

E' un film che non presenta una vera e propria trama, ma si limita a descrivere un insieme di situazioni e sottostorie di cui sono protagonisti alcuni ragazzi in vacanza al Forte dei Marmi nei primi anni '60, provenienti da tutta Italia e aventi origini sociali e culturali diverse e frammentate. Conosciamo così la coppia composta da Gianni (Ansaldi) e Selvaggia (Ferrari), lui intellettualoide rachitico (nel pieno cliché), lei di una bellezza al contempo acerba e provocante; i fratelli milanèsi Felicino e Luca (De Sica e Calà) figli di un ricco imprenditore (Bologna) che, più grandi degli altri, sono i leader della piccola compagnia; il napoletano Paolo (Cannavacciuolo) fidanzato con l'inglesina (Huff) di turno nel sospetto dei genitori attaccati alla tradizione. Ed in più, la matura e favolosa signora Balestra (Lisi), sposata al solito cumenda lombardo (il grande Dogui, RIP) che suscita qualche prurito nel timido Gianni grazie a fascino indubbio e savor faire mai volgare.

L'interrelazione fra varie storie e sottostorie porta ad un bailamme di personaggi e situazioni, e, forse, alla malinconica crescita dei personaggi, testimoniata dall'epilogo del film, in cui i protagonisti di allora tornano - nel presente dell'83 - nei luoghi delle loro vacanze, per riscoprirsi invecchiati, mentre Little Tony canta sempiterne melodie che battagliano con i più moderni ritmi danzerecci dei Righeira, a costituire un trait d'union fra anni '60 ed '80.

Rispetto a tanta commedia "pseudo trash", questo film si stacca decisamente dalla media, sia perché soggetto e sceneggiatura, nei loro tocchi autobiografici ed, in ogni caso, nella trattazione di temi universali per ogni adolescente ed adulto che non abbia scordato la gioventù, sono più che decorosi e presentano un andamento scoppiettante, che ci coinvolge e fa scattare una sorta di identificazione nelle vicende, facendoci parteggiare ora per l'uno ora per l'altro protagonista.

Riuscita la scelta degli attori: dal simpatico e Gianni Ansaldi alla quasi esordiente Isabella Ferrari, passando per i più esperti Calà e De Sica che - come al solito - sono il valore aggiunto del film. Apparizione amichevole di una Virna Lisi ironica e per nulla volgare, vera signora del nostro cinema, mai troppo lodata rispetto ad altre colleghe bbone ma sopravvalutate.

Felice la scelta dei caratteristi di cui il nostro cinema sembra aver perduto memoria, da Ugo Bologna a Guido Nicheli, passando per Franca Scagnetti, Ennio Antonelli, e Gianfranco Barra. Quando penso che molti di loro sono morti, li ringrazio per gli attimi di gioia che mi hanno regalato, sentendoli quasi come di famiglia.

"Sapore di mare" è inoltre di un prodotto privo dell'enfasi pecoreccia in cui cadono molti di questi film ed in cui, purtroppo, sono caduti anche i fratelli Vanzina durante la loro ormai lunga carriera. Anzi, a proposito dei Vanzina, lancio un appello: Stefano e Carlo, che aspettate a convocare gli attori dell'83 e farci vedere cosa erano effettivamente diventati negli anni '80 e '90: sarebbe eccitante rivedere Calà, Ferrari, De Sica e gli altri in una sorta di "Sapore di sale oggi", rubando voi l'idea al vostro epigono Brizzi - magari anche solo in tivvù!!

In sintesi, un film da 4/5, mi spingo a dire in maniera assoluta, e, dunque, anche in relazione alla scala obiettiva di Debaser, proprio perché ha definito un certo tipo di cinema anni '80 ed ha segnato l'evoluzione stessa del genere.

Poi molti vi diranno il contrario, dicendo che è tutto uno schifo, ma forse giocano a fare i Woody Allen e vi nascondono le loro passioni per la Lisi di turno. Io no!

Sempre Vostro

 

Il_Paolo

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